Spostamenti tra Regioni vietati fino al 15 febbraio, parametri più stringenti per finire in zona arancione o rossa, coprifuoco confermato dalle 22 alle 5 e poche deroghe allo schema generale di restrizioni. Nonostante l’apertura della crisi di governo da parte dei renziani, il Consiglio dei ministri ha approvato il nuovo decreto anti-Covid che fa da cornice alle regole che saranno in vigore a partire dal 16 gennaio. Con una novità: il provvedimento durerà più dei precedenti per dare maggiore continuità alla lotta alla pandemia. La scadenza è fissata per inizio marzo. Contestualmente il governo ha prorogato lo stato d’emergenza fino al 30 aprile, così come anticipato dal ministro della Salute Roberto Speranza alle Camere.

Nel testo definitivo del decreto sono confermate tutte le novità trapelate nei giorni scorsi: il divieto di spostamento tra Regioni gialle, introdotto dall’esecutivo prima di Natale, è stato ulteriormente prorogato. Non fino al 5 marzo, come inizialmente trapelato, ma fino al 15 febbraio. Ci si potrà muovere solo per motivi di lavoro, salute o necessità documentati con apposita autocertificazione. “È comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione“, si legge. Il coprifuoco resta fissato dalle 22 alle 5 in tutta Italia e rimane invariato il meccanismo di divisione delle Regioni in base alle fasce di rischio.

Ciò che cambia, invece, sono i parametri per finire in zona arancione o rossa. Le Regioni che si collocano dal punto di vista epidemiologico “in uno scenario di tipo 1 e con un livello di rischio alto”, con il nuovo decreto legge vengono inserite nel più restrittivo “scenario di tipo 2 e con livello di rischio moderato”. Ciò significa che sarà più facile il passaggio di una regione ‘gialla’ in fascia arancione. Allo stesso modo, sarà più facile slittare da quella arancione alla zona rossa. L’altra novità riguarda l’istituzione di una “zona bianca“, dove quasi tutti gli aspetti della quotidianità verranno ripristinati, dagli spostamenti agli orari di apertura di bar e ristoranti. Spetterà come sempre al ministero della Salute individuare quali Regioni si collocano “in uno scenario di tipo 1 e con un livello di rischio basso”, purché allo stesso tempo si manifesti “una incidenza settimanale dei contagi, per due settimane consecutive, inferiore a 50 casi ogni 100mila abitanti“. Situazione epidemiologica che al momento non è presente in alcuna Regione del Paese.

Nel decreto trovano spazio anche due deroghe ai vari divieti di spostamento previsti in zona arancione e rossa che gli italiani hanno imparato a conoscere durante le festività natalizie. “Qualora la mobilità sia limitata all’ambito territoriale comunale – si legge nel provvedimento – sono comunque consentiti gli spostamenti dai comuni con popolazione non superiore a 5mila abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia“. Confermata anche la regola che consente a un massimo di due persone di andare a visitare amici o parenti, una volta al giorno. “In ambito regionale, lo spostamento verso una sola abitazione privata abitata è consentito, una volta al giorno, in un arco temporale compreso fra le ore 05:00 e le ore 22:00, e nei limiti di due persone ulteriori rispetto a quelle ivi già conviventi, oltre ai minori di anni 14 sui quali tali persone esercitino la potestà genitoriale e alle persone disabili o non autosufficienti conviventi”.

Entro il 15 gennaio, inoltre, il presidente del Consiglio dovrà emanare un nuovo dpcm per rinnovare il precedente prima della scadenza. Nel provvedimento verranno introdotte ulteriori restrizioni, come il divieto di asporto per i bar a partire dalle 18. Restano ancora chiusi gli impianti di sci mentre si apre uno spiraglio sul fronte del turismo culturale di prossimità: è prevista la riapertura di tutti i musei che si trovano nelle Regioni in zona gialla.

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