Non è il 2020 il responsabile del disastro.
Il 2020 se ne va tra le maledizioni generali. E’ uno tra gli anni peggiori di sempre e quindi la sua fine viene vissuta come una vera e propria liberazione.
Io penso che, invece, proprio mentre piangiamo i nostri morti e per non renderne vano il sacrificio, dovremmo ringraziare il 2020 per averci segnalato un pericolo. Dovremmo prendere sul serio l’allarme che ci ha dato e cogliere l’occasione per cambiare radicalmente.
Il Covid non è stata una maledizione divina o un accidente della storia: questa pandemia e i milioni di morti sono alcuni dei risultati della devastazione ambientale che l’umanità sta producendo a ritmi accelerati.
Il Covid non è frutto del malocchio, ma di un modo di produzione basato sul profitto, che si è esteso a tutto il globo e sta distruggendo la possibilità di vita sul pianeta. Questo modo di produzione si chiama capitalismo e produce la devastazione della natura e delle relazioni sociali.
Sfruttamento della natura e del lavoro sono alla base della sofferenza che vive la maggioranza della popolazione mondiale, della crescita di lotte tra i poveri, razzismi, guerre.
Penso che invece di prendercela con il 2020 dovremmo prendere sul serio il segnale di pericolo che ci ha lanciato, consapevoli che il vaccino ci darà del tempo, ma non è la soluzione. Se andiamo avanti così, dopo questa pandemia ce ne sarà un altra e nel frattempo continueremo a distruggere il pianeta e le relazioni tra i popoli.
Il vaccino ci dà del tempo per cambiare le cose affinché nei prossimi anni non si verifichi un’altra pandemia peggiore di quella subita. Usiamo questo tempo per poter cambiare questo modello di sviluppo distruttivo che si chiama capitalismo.
Invece di maledire il 2020 e sperare che nel 2021 tutto vada bene, dovremmo utilizzare il 2021 per cambiare le cose. Quelle cose che il 2020 ci ha segnalato che non vanno. Lo dobbiamo a chi è morto, lo dobbiamo a chi è vivo!
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