L’ex sottosegretario del Carroccio Armando Siri, per il quale solo sei giorni fa la procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per due episodi di corruzione, è entrato nella segreteria politica della Lega. Il senatore è stato nominato da Matteo Salvini come responsabile del programma. L’ex sottosegretario alle Infrastrutture del governo gialloverde Siri è imputato nell’ambito dell’inchiesta sull’eolico insieme ad altre quattro persone, tra cui l’ex parlamentare Fi Paolo Arata. Secondo l’accusa, il parlamentare del Carroccio ha asservito i suoi poteri a “interessi privati”. Il governo Lega-M5s si scontro per giorni, ad aprile 2019, sull’opportunità o meno che Siri restasse al suo posto e la vicenda si sbloccò con le sue dimissioni solo dopo la conferenza stampa in cui Giuseppe Conte annunciò la revoca dell’incarico.

Nella segreteria politica è entrato anche Francesco Zicchieri, promosso responsabile federale della gestione e ampliamento delle sedi territoriali della Lega nel Centro-sud. Le nomine rientrano nel giro di nuovi incarichi arrivati nella serata del 23 dicembre. Otto sono stati gli avvicendamenti tra i coordinatori in altrettante Regioni.

L’operazione di Salvini, arrivata proprio alla fine del 2020, ha come obiettivo quello di stravolgere la struttura del partito rilanciando l’idea di una “Lega nazionale, forte e inclusiva”, non solo al nord. Una necessità di cambiare e rafforzare la presenza sui territori che aveva espresso lo stesso leader del Carroccio dopo l’ultima tornata elettorale delle Regionali e le sconfitte locali. Anche per questo in Sicilia ad esempio, il responsabile di Busto Arsizio Stefano Candiani è stato sostituito da Nino Minardo, ex azzurro, poi passato al Nuovo centrodestra di Angelino Alfano, quindi eletto deputato nel 2018 nella lista di Forza Italia e dal 3 dicembre 2019 passato definitivamente al gruppo della Lega (leggi chi è). Minardo nel 2014 è stato condannato per abuso d’ufficio. In Puglia invece, al posto di Luigi D’Eramo in Puglia è stato nominato il senatore Roberto Matri, già indagato per voto di scambio.

Da segnalare anche il caso del Veneto, dove Salvini ha nominato il fedelissimo Alberto Stefani con una mossa interpretata come un tentativo di limitare lo strapotere di Luca Zaia (qui il ritratto).

Queste le altre nomine: in Alto Adige Giuliano Vettorato raccoglie il testimone di Maurizio Bosatra, in Friuli Venezia Giulia Marco Dreosto dopo Massimiliano Fedriga, nel Lazio Claudio Durigon dopo Francesco Zicchieri, in Toscana Mario Lolini dopo Daniele Belotti, in Trentino Diego Binelli dopo Mirko Bisesti, in Veneto Alberto Stefani dopo Lorenzo Fontana. Nessun cambio per ora in Lombardia e Piemonte.

“Ringrazio tutti i responsabili regionali uscenti, che – ha commenta il segretario Matteo Salvini – hanno contribuito alla crescita della Lega da Nord a Sud, con centinaia di nuove sedi aperte e più di 100mila tesserati in tutta Italia. Numeri mai raggiunti prima. L’ambizione è avere un partito sempre più inclusivo e radicato, pronto per aiutare famiglie e imprese dopo un anno drammatico”.

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