Prima ha conquistato Silvio Berlusconi, poi Angelino Alfano e adesso a incoronarlo ci ha pensato Matteo Salvini. La Lega in Sicilia srotola il tappeto rosso per Nino Minardo, deputato originario della provincia di Ragusa, 42 anni, fresco di nomina a nuovo segretario del Carroccio nell’Isola. Terminata l’esperienza da commissario del senatore ed ex sottosegretario agli Interni Stefano Candiani, chiamato in fretta e furia a mettere ordine nel partito in Sicilia ad aprile 2018, quando nei guai – perché indagati dalla procura di Termini Imerese – finirono gli allora coordinatori Alessandro Pagano e Angelo Attaguile. L’ufficialità del passaggio di Minardo alla Lega risale alle fine dello scorso anno e, in pochi mesi, il 42enne è riuscito a scalare le gerarchie del partito. Merito di un ruolo da regista in alcune operazioni politiche degne del miglior trasformismo. Prima su tutte la creazione del gruppo della Lega tra gli scranni dell’Assemblea regionale siciliana. Possibile imbarcando gli ex Udc Orazio Ragusa e Vincenzo Figuccia e con loro Antonio Catalfamo, eletto con Fratelli d’Italia. Hanno già salutato invece Marianna Caronia e Giovanni Bulla, noti per le rispettive militanze tra Forza Italia, Movimento per le autonomie, Udc e Democrazia Cristiana.

L’ultima mossa della Lega riguarda invece il matrimonio con gli autonomisti, un tempo fedelissimi dell’ex governatore Raffaele Lombardo, quest’ultimo ancora sotto processo per concorso esterno e voto di scambio. Una “federazione”, così come è stata ribattezzata, che da un lato mira a creare un blocco di consenso, ma dall’altro rimanda a 14 anni fa, quando lo stesso matrimonio si consumò tra Umberto Bossi e il meridionalissimo movimento di Lombardo. Praticamente gli stessi anni in cui tra le fila del Mpa militava il geometra, e zio dell’attuale segretario leghista, Riccardo Minardo. Nel 2011 finito nei guai in un’inchiesta per una presunta truffa legata ai fondi europei, salvo poi essere assolto definitivamente nel 2017.

Il nipote Nino di salti in politica ne ha fatti diversi. Prima l’esperienza in Forza Italia e poi l’elezione a Roma con le liste del Popolo delle Libertà. Il rapporto con Silvio Berlusconi, però, si interrompe quando Minardo passa al Nuovo centrodestra dell’allora ministro Angelino Alfano. I due in quegli anni – era il 2013 – mostravano pubblicamente una grande sintonia politica con tanto di ospitata di Alfano a Modica, in provincia di Ragusa, per la presentazione del suo libro. Anche questa intesa, però, termina con i titoli di coda e dopo un iniziale riavvicinamento a Forza Italia ecco il “sogno di una Lega terrona”. Nel 2018, prima del passaggio al Carroccio, Minardo finì nella lista dei candidati con beghe giudiziarie de ilfattoquotidiano.it. Colpa di una condanna nel 2014 a otto anni, con pena sospesa, per abuso d’ufficio per una consulenza affidata quando era presidente del Cas, il consorzio autostrade siciliane. Sulla vicenda il politico aveva anche annunciato l’idea di chiedere la revisione del processo.

Nella vita di Minardo, però, non c’è solo la politica. Il segretario leghista vanta partecipazioni, con quote del 22 per cento, nelle società Filgest e Giap Holding, entrambe con sede a Modica, in provincia di Ragusa. La prima attiva nel settore immobiliare, mentre l’altra nella gestione dei distributori di carburante, circa 200 in tutto il territorio italiano. Quest’ultima realtà rappresenta l’asset portante degli affari della famiglia Minardo in cui hanno partecipazioni anche i genitori del parlamentare – Saro Minardo e Concetta Noto – e il fratello Raimondo. Quote di altre società sono invece detenute da Giulia Di Martino, moglie del segretario della Lega. Oltre al petrolio, i Minardo sono attivi nel settore dell’editoria, con il canale televisivo VideoRegione, e in quello alberghiero.

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