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Come il Lazio gestisce gli assembramenti per lo shopping: dagli altoparlanti dissuasori ai checkpoint presidiati dalle forze dell’ordine

Le immagini delle lunghe file provenienti dal nuovo mega centro commerciale "Maximo", aperto in città da pochi giorni, hanno allarmato i responsabili dell’unità di crisi regionale, frenando qualsiasi idea su un parziale allentamento delle maglie anti-assembramento. E al momento restano gli accessi contingentati per le vie del centro
Come il Lazio gestisce gli assembramenti per lo shopping: dagli altoparlanti dissuasori ai checkpoint presidiati dalle forze dell’ordine
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Altoparlanti “dissuasori” in centro con ingressi contingentati nelle vie dello shopping. E poi centri commerciali chiusi nel weekend e orari dei ristoranti in linea con i decreti governativi. Nonostante i dati confortanti in arrivo dall’ultimo bollettino – la Capitale per la prima volta a novembre sotto i mille contagi giornalieri – Roma e il Lazio non ridurranno le misure restrittive. Almeno finché non arriverà un nuovo Dpcm a ridefinire i criteri per le regioni “gialle”. “A chi dice di riaprire tutto rispondo che errare è umano e perseverare è diabolico”, ha dichiarato il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti. E le immagini delle lunghe file provenienti dal nuovo mega centro commerciale “Maximo”, aperto in città da pochi giorni, non hanno fatto che allarmare i responsabili dell’unità di crisi regionale, frenando qualsiasi idea su un parziale allentamento delle maglie anti-assembramento.

Almeno al prossimo fine settimana, dunque, resteranno attive le misure messe in campo dalla Regione Lazio e dal tavolo fra Prefettura e Comune di Roma il 12 novembre scorso. In particolare, la Capitale ormai da tre weekend ha “contingentato” – anche se il termine non piace alle autorità prefettizie – gli accessi al Tridente Mediceo (l’area che comprende via del Corso e le strade limitrofe fra Piazza Venezia e Piazza del Popolo) e le principali vie del rione Prati. Il numero chiuso viene garantito dalla chiusura le stazioni Spagna e Flaminio della metro A, ma anche da check point presidiati dalle forze dell’ordine e attraverso altoparlanti posizionati a bordo delle auto di polizia e carabinieri che chiedono ai cittadini di “circolare” quando si creano assembramenti.

Sempre a metà novembre, la Regione Lazio è dovuta intervenire per “chiarire” i termini delle aperture dei centri commerciali. Grazie a un cavillo interpretativo della norma nazionale, infatti, alcune grandi strutture di vendita al dettaglio, come la centralissima Rinascente di via del Tritone e il punto Ikea ad Anagnina, erano riuscite a rimanere aperte anche la domenica. Un’ulteriore ordinanza firmata dal governatore Zingaretti, tuttavia, ha chiarito i dubbi, intimando la chiusura nel fine settimana di tutte le strutture commerciali (eccetto quelle a vocazione “alimentare”) la cui estensione superi i 2.500 metri quadri. Le indiscrezioni provenienti da Palazzo Chigi, tuttavia, lasciano intendere che questo vincolo – almeno per le regioni “gialle” come il Lazio – possa cadere al prossimo provvedimento, per dare il via libera allo shopping natalizio.

L’ultimo bollettino – condizionato dalla minore attività domenicale – come detto conferma il trend positivo a Roma e nel Lazio. Su 20.000 tamponi si sono registrati 1.589 casi positivi, con 39 decessi e 1.061 guariti giornalieri e un rapporto tra positivi e tamponi sceso sotto l’8%, “il dato più basso del mese di novembre”, sottolinea il comunicato dell’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato. Sempre nel Lazio, fa sapere la Regione, il 50% dei medici di medicina generale e il 60% dei pediatri di libera scelta ha aderito al programma di somministrazione dei tamponi rapidi per i loro pazienti.

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