Dopo sette ore di discussione generale, tra attacchi incrociati tra maggioranza e opposizioni in Aula, il governo ha annunciato di voler porre la questione di fiducia sul decreto legge Sicurezza e immigrazione, che sarà ora votato lunedì 30 novembre. Il provvedimento, con il quale l’esecutivo intende superare i decreti Salvini, è stato duramente contestato dalle forze di centrodestra. “Lo cancelleremo non appena arriveremo al governo”, hanno rivendicato dai banchi leghisti. “Con questo provvedimento – ha invece spiegato l’ex presidente della Camera e deputata Pd, Laura Boldrini – mandiamo in soffitta i decreti Salvini. Cioè l’uso cinico e propagandistico delle norme e dell’immigrazione. Non è la vittoria del buonismo, ma del buon senso e dei diritti, perché il fenomeno migratorio va governato e non demonizzato”. Soltanto un primo passo, però, almeno per Pd, LeU e Iv: “Ora bisogna superare la legge Bossi-Fini, serve una riforma della legge sulla cittadinanza e una efficace modifica Ue del Regolamento di Dublino“. Boldrini ha poi ricordato come, tra i punti di miglioramento delle norme, con il provvedimento in discussione a Montecitorio sarà previsto “il ridimensionamento delle multe per le Ong, applicate solo dopo procedimento giudiziario; il ritorno della protezione umanitaria, del sistema Sprar, dell’iscrizione anagrafica per i richiedenti asilo; il divieto di respingimento qualora esistano fondati rischi di essere sottoposti a trattamenti inumani e degradanti o a persecuzioni sulla base dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere; l’esclusione dei richiedenti asilo vulnerabili dalle procedure accelerate; la riduzione da 48 a 24 mesi dei tempi per la cittadinanza”. “Sul tema delle multe si poteva fare di più. Ora bisogna abbandonare non soltanto la politica di Salvini dell’odio, ma anche la dottrina Minniti“, ha aggiunto la deputata di LeU Rossella Muroni.
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