di Andrea Taffi

Siamo al vaccinalmente corretto. Adesso che il vaccino (da chimera) è diventato l’unica arma davvero sicura contro il Covid-19, a nessuno è dato dubitare non solo della prossima uscita del vaccino, ma anche e soprattutto della sua assoluta efficacia. Chi non lo fa è un no vax. Nessuno escluso. Punto.

Ne sa qualcosa nientemeno che Andrea Crisanti, che ha candidamente (e forse anche ingenuamente) dichiarato di non fidarsi – non del vaccino anti Covid-19, ma di quella che si teme sarà la sua prima versione, forse (forse) non all’altezza di quanto un vaccino così atteso e importante è chiamato a fare. La fretta, la corsa tra le case farmaceutiche a chi farà prima, il rilancio sui numeri percentuale della sua efficacia, e, non ultimo, i dubbi e le perplessità sui contratti e sui brevetti (dei quali, infatti, nessuno vuole parlare) fanno sorgere dubbi sul vaccino, scatenano domande, generano non passi indietro, ma analisi e valutazioni.

Tutto normale? No, per niente. Il vaccinalmente corretto impone obbedienza assoluta, non tollera dubbi, non ammette domande. A scanso di equivoci, preciso che io sono assolutamente pro vax, sono tra quelli che il vaccino lo faranno, quando (io non rientro tra coloro che ne avranno diritto da subito) ci sarà la dose anche per me. Quello che voglio dire è che (secondo me) non è giusto, non si può criminalizzare, lapidare (a parole ovvio) chi si fa delle domande, soprattutto se quelle domande sono nell’aria e quella persona sa quello che dice.

È impensabile, infatti, che un mostro sacro nel campo della lotta al coronavirus come Andrea Crisanti, un medico, uno scienziato che (unico in Italia a marzo) ha capito che cosa si doveva fare (tamponi, tamponi e ancora tamponi), è impensabile, dicevo, che un luminare che insieme a pochi altri dovrebbe avere in materia voce esclusiva sia diventato di colpo un no vax, uno sconsiderato, uno che semina terrore e che strumentalmente si diverte a lasciare basiti un po’ tutti: colleghi scienziati, giornalisti, commentatori e disquisitori più o meno improvvisati del coronavirus.

Ora, se è vero che Crisanti, data la sua autorevolezza in materia di Covid-19, deve stare molto attento a quello che dice, è anche vero che, proprio perché è autorevole, non può essere liquidato come uno squilibrato che ha perso la ragione, che semina insicurezza o che, peggio, fa terrorismo scientifico. Tutti noi (ancora di più se addetti ai lavori) abbiamo l’obbligo di cercare di capire perché uno come Crisanti dice quello che ha detto. Forse, così facendo, potremmo scoprire quello che il vaccinalmente corretto ci impedisce di vedere: il rischio di una possibile commercializzazione del vaccino a scapito, ovviamente, di coloro che il vaccino stesso dovrebbe aiutare.

Insomma, Crisanti (secondo me) ci dice di pensare con la nostra testa, ci dice di fare il vaccino, non a occhi chiusi e a bocca cucita, ma con mente aperta e con un sacco di dubbi, quei dubbi che la scienza, invece che gridare contro Crisanti, dovrebbe aiutarci a risolvere.

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