“Ho sbagliato a mostrare quell’oggetto. Non sono una persona attaccata alle poltrone. Mi dimetto”. Giuseppe Tiani, contattato da ilfattoquotidiano.it si dice “mortificato”. Il segretario del Siap, uno dei sindacati di polizia, vicino al centrosinistra, ha appena deciso di dimettersi dal suo ruolo di presidente di InnovaPuglia Spa, la società in house della Regione Puglia al vertice della quale si trovava da oltre un anno, nominato dal governatore Michele Emiliano. D’altronde, da più di 24 ore è diventato virale un video, stralcio della riunione della Commissione sicurezza della Camera dei Deputati, dove mostra e quasi promuove un ciondolo-ionizzatore che, a suo dire avrebbe la capacità di “eliminare qualsiasi virus di segno positivo in un metro cubo”.

“Ma non dovevo dire ‘virus’, dovevo dire ‘batterio’ o ‘impurità’. Mi sono espresso male. Anzi, non avrei mai dovuto mostrare quel coso. E’ stato strumentalizzato politicamente”, insiste Tiani. A porgerglielo, a suo dire, un ingegnere seduto affianco a lui, Michele Ramaglia, docente all’Università Federico II di Napoli e proprietario di una società casertana, la Adiramef. Quest’ultima società ha partecipato negli ultimi anni a diversi appalti nella Regione Puglia, sia in ambito sanitario sia energetico. L’ultimo è del 3 novembre scorso e riguarda un progetto, chiamato ‘Saalus’, in parte finanziato dalla Regione Lombardia e “finalizzato – riporta un comunicato stampa dell’assessorato lombardo allo Sviluppo economico – alla realizzazione sia di nuovi prodotti che di servizi” dedicati a “soggetti anziani fragili o a soggetti affetti da patologie croniche disabilitanti” mediante “lo sviluppo di soluzioni che ricadono prevalentemente sull’utilizzo di ‘Tecnologie nell’ambito dell’informazione e della comunicazione’”. “Ma la colpa è solo mia”, ripete, mentre sotto il presidente Emiliano lo tempesta di telefonate. “Ci devo parlare, lui non sapeva nulla. Io ho senso delle istituzioni e so quando devo farmi da parte. Posso solo dire che sono mortificato”, conclude.

In realtà, il ciondolo-ionizzatore è prodotto da una società di Isernia, la Medal Center Spa, una start-up, a capo della quale ci sono i gemelli David e Daniel Feig, rampolli di una famiglia di origine ebraica molto nota in Molise. Il padre, Simone, 70 anni, è un importante commercialista: solo due mesi è stato assolto con formula piena dopo essere stato imputato per 9 anni nel processo per bancarotta della Itierre Holding, leader nel settore dell’Alta moda, che ha portato alla condanna in primo grado a 7 anni per l’imprenditore Tonino Perna. I Feig, molto impegnati nel settore energetico, dopo aver visto sfumare nel 2015 il loro progetto di un vasto campo eolico nel Molise, hanno prima realizzato un campo fotovoltaico nella loro proprietà fra Venafro e Isernia mentre, fra le altre cose, padre e figli sono impegnati insieme nel collegio sindacale della Geotec Spa, importante società di trivellazione con sede a Campobasso e a Tirana.

“Ma noi in Puglia andiamo solo in vacanza e Tiani non sapevamo neanche chi fosse”, assicurano David e Daniel, contattati da ilfattoquotidano.it. “Questo signore non lo abbiamo mai conosciuto – spiegano – non abbiamo mai avuto rapporti politici, tantomeno con il presidente Emiliano o persone a lui vicine. Ci ha fatto anche una cattiva pubblicità, sbagliando nel descrivere lo scopo del nostro prodotto. Se avessimo voluto un testimonial, avremmo scelto un divulgatore, magari uno scienziato. O una bella ragazza. La Ferragni no, perché non possiamo permettercela”. Simone Feig, il capostipite, aggiunge: “I miei figli sono distrutti, hanno famiglia, hanno paura di dover rinunciare. Li sto spingendo io ad andare avanti, a non lasciarsi abbattere”. Tiani conferma: “Se avessi voluto fare una marchetta, gli avrei fatto avere un appalto. Li ho sentiti martedì, attraverso un contatto della Procura di Isernia. Eravamo entrambi costernati”.

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