GORIZIA – Favoreggiamento personale e depistaggio. Sono queste le ipotesi d’accusa che hanno portato la Procura della Repubblica di Gorizia a iscrivere il nome di quattro carabinieri del Comando provinciale nel registro degli indagati. Ai raggi X è finita la loro attività investigativa legata a un traffico internazionale di sostanze stupefacenti, avvenuta a partire dallo scorso mese di giugno. Gli avvisi di garanzia, firmati dal pubblico ministero Ilaria Iozzi, riguardano presunte azioni od omissioni relative a informazioni utili a quell’indagine.

L’inchiesta-madre si è sviluppata negli ultimi due anni ed è molto articolata, con il nome di altri quattro indagati, tutti goriziani, coinvolti in quanto organizzatori o semplici corrieri di un traffico che si sarebbe svolto in territorio sloveno, per arrivare fino al Kosovo. Nel mirino è finita, in particolare, una partita di 200 chili di marijuana che è stata sequestrata a luglio dalla polizia serba durante un controllo. La droga era stata acquistata nel paese dei Balcani, ma avrebbe dovuto arrivare a Gorizia. Come? Nascosta in un camper che era stato noleggiato a Trieste e modificato in modo da realizzare dei vani dove nasconderla, per farla sfuggire ai controlli di frontiera. I lavori erano stati effettuati in un capannone in Friuli. Poi il camper era partito con destinazione Kosovo, per fare il carico di droga.

La banda aveva predisposto anche una specie di staffetta. Due goriziani che erano a bordo si erano allontanati per consentire ad alcun complici di riempire i vani nascosti, ma durante il viaggio di rientro in Italia erano stati scoperti dalla Polizia di confine serba. Dentro i nascondigli ecco spuntare i 200 chili di stupefacente, suddiviso in pani. I carabinieri sono sospettati di aver svolto un ruolo di depistaggio in questa inchiesta, nascondendo elementi utili per identificare i trafficanti o la ramificazione della banda.

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