Nella sezione “Riflessi” era Maledetta primavera. Storia di periferie capitoline, un po’ accennato Chiamami col tuo nome del proletariato tra i palazzoni il film di Elisa Amoruso è ben diretto come ogni suo lavoro. Cerca e trova pure le giuste corde empatiche, ma una scelta come la cantata dei protagonisti in macchina risulta, almeno statisticamente, non originale, pur se utilissima chiave per capire molto di loro (cercasi altro modo musicale per dire le stesse cose in immagini, nda).

Da tenere d’occhio, invece, le giovani talentuose attrici Manon Bresch ed Emma Fasano. Consigliato a chi non è ancora sazio di Micaela Ramazzotti nel ruolo di madre di borgata. Attrice capacissima, può e dovrebbe fare anche molto altro. Sarebbe stato nelle sale dal 12 novembre. Ora chissà.

INDIETRO

Festa del cinema di Roma: sei storie per chi ha nostalgia delle sale e dei bei film

AVANTI
Articolo Precedente

La crisi del cinema, calo di incassi al botteghino dell’85%: “Abbiamo investito in protocolli di sicurezza ma è stato vano”

next