“Molte cose sono state fatte in modo corretto nella prima ondata, però le strategie di deconfinamento sono state troppo veloci. Le misure sono state allentate troppo presto, ecco perché c’é la seconda ondata che non sappiamo neppure se sarà l’ultima”. Suona come un mea culpa condiviso quello della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, rispondendo alle domande in conferenza stampa. Così il vertice di Palazzo Berlaymont torna a sottolineare che “la situazione del Covid-19 è molto grave. Dobbiamo intensificare la risposta dell’Ue”. Per questo, annuncia, l’esecutivo europeo ha già pensato a lanciare “ulteriori misure nella nostra lotta contro il virus, dall’aumentare l’accesso a test rapidi e preparare campagne di vaccinazione a facilitare il viaggio sicuro quando necessario”. Nel pacchetto c’è anche “la proroga dell’esenzione di dazi e Iva sull’importazione di dispositivi medici. E Iva zero nell’Ue sui test e sui futuri vaccini”, ha evidenziato il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, su Twitter.

“Invito gli Stati membri a collaborare strettamente”, ha chiesto von der Leyen. “Misure coraggiose intraprese ora aiuteranno a salvare vite umane. Nessuno Stato membro uscirà in sicurezza da questa pandemia fino a quando non lo faranno tutti”. L’appello all’unità è tornato più volte nel corso del suo intervento. “Occorre coordinarci – ha aggiunto presentando le misure che domani saranno sul tavolo dei capi di Stato e di governo – In questa crisi tutti abbiamo imparato che la prospettiva meramente nazionale ha i suoi limiti e che invece siamo molto più forti quando agiamo in 27“. La presidente spinge affinché gli Stati membri condividano di più dati e informazioni sul Covid-19 con la piattaforma del Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc) anche perché “questo aiuterà ad esempio quando c’è una capacità di terapia intensiva o quando potrà essere organizzata la cura transfrontaliera dei pazienti”, ha spiegato la leader. “Nelle prossime settimane ci aspettiamo un rapido aumento dei contagi – ha evidenziato -. Attualmente l’occupazione media Ue delle terapie intensive è all’incirca dei due terzi, rispetto al picco di primavera, ma è prevedibile che con l’aumento dei contagi e l’influenza stagionale il numero aumenti”.

L’ex ministra tedesca è poi tornata sul tema dei vaccini. Innanzitutto ha voluto rispondere a chi si preoccupa per la sicurezza di un eventuale vaccino contro il coronavirus, ribadendo che “non giungeremo a compromessi sulla sicurezza dei vaccini”. Per quanto riguarda i tempi, “ad un certo punto la prima compagnia farmaceutica arriverà con un vaccino, che poi passerà i trial clinici necessari. Potrebbe volerci fino a fine anno perché una delle aziende farmaceutiche riesca ad andare in quella fase. Ma ci vorrà tempo, ed è importante comunicarlo con sufficiente anticipo, perché un vaccino venga testato in modo che si accerti che è efficace e sicuro”.
“E con efficace – continua – intendo che deve conferire l’immunità, in qualche misura: non ogni vaccino crea un’immunità al 100%, ma potrebbe essere al 70% o anche meno, con la prima generazione di vaccini. Questo mostra che un portafoglio di diversi vaccini è importante per noi, come Ue. In altre parole, il vaccino non è l’evento miracoloso che cambia tutto da un giorno all’altro. E’ la luce in fondo al tunnel, ma ci vorranno diversi passaggi prima che riusciamo a vedere la luce piena”,

Ha poi fornito alcuni numeri: “Nel miglior scenario possibile, gli accordi per l’acquisto anticipato dei vaccini che abbiamo con le società farmaceutiche prevedono un range tra i 20-50 milioni di dosi consegnate ogni mese, da quando le prime società saranno pronte, possibilmente da aprile. Se tutti i candidati che abbiamo per la produzione dei vaccini avessero successo, nel 2021 avremo 1 miliardo e 220 milioni di vaccini. Ma anche se tutti i candidati non dovessero riuscire, potremo vaccinare 700 milioni di persone“.

Quest’anno, quindi, i cittadini europei potrebbero passare un Natale all’insegna delle restrizioni,. “Credo che il Natale di quest’anno sarà un Natale diverso“, ha ammesso von der Leyen. “Dipende molto dai nostri comportamenti individuali, dipende molto anche dal comportamento regionale e a livello degli Stati membri. Da tutti questi comportamenti dipendono le prossime settimane, ma il Natale di quest’anno sarà diverso“.

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