Il governo intende intervenire “a sostegno di tutte le imprese che vedono limitata la loro attività dal Dpcm, senza limiti di fatturato“. Il ristoro sarà legato al calo dei ricavi ma più generoso rispetto a quello concesso nei mesi scorsi con il decreto Rilancio. In attesa del provvedimento con i nuovi aiuti, atteso martedì in consiglio dei ministri, la viceministra dell’Economia Laura Castelli (M5S) intervistata dal Corriere della Sera ha confermato che gli indennizzi alle aziende danneggiate dalle nuove restrizioni anti Covid in vigore fino al 24 novembre prenderanno la forma di contributi a fondo perduto con caratteristiche molto simili a quelli gestiti dalle Entrate dopo la prima ondata, che sono arrivati a destinazione in tempi molto rapidi. Occorrerà dunque dimostrare una riduzione del giro d’affari rispetto allo stesso mese del 2019. Due le differenze principali: gli aiuti non saranno limitati alle imprese con meno di 5 milioni di fatturato e gli importi saranno più alti rispetto alla precedente tornata, che li limitava per esempio al 20% del calo subito per chi nel 2019 abbia avuto ricavi sotto i 400mila euro e 10% in caso di ricavi 2019 fino a 5 milioni.

La viceministra ha parlato di rimborsi “dal 100% al 200% di quanto, in base al calo del fatturato di aprile 2020, le aziende hanno ottenuto con il Fondo perduto del decreto rilancio. In alcuni casi forse anche superiori”. Si arriverebbe così al 40% della perdita per le aziende più piccole e al 20% per le grandi. Le aziende interessate “sono più di 300mila, forse 350mila”, secondo il titolare del Tesoro Roberto Gualtieri. Una platea molto più piccola, dunque, rispetto alle 2,3 milioni di attività che hanno chiesto il contributo alle Entrate nei mesi estivi a valere su uno stanziamento di oltre 6,1 miliardi di euro recentemente rimpinguato con 500 milioni non spesi per i bonus vacanze. Sullo stanziamento del nuovo decreto sono ancora in corso le riunioni: si ragiona su 5 miliardi, dei quali 1-1,5 da destinare ai soli ristori.

L’altro viceministro all’Economia, Antonio Misiani (Pd), a questo proposito ha specificato che ci saranno “contributi più generosi per le imprese che avranno l’attività completamente bloccata” in base alle misure previste dall’ultimo Dpcm, “quindi ci sarà una differenziazione fra chi può tenere aperta l’attività fino alle 18 e chi invece dovrà bloccare la propria attività”. In attesa del decreto, Misiani ha confermato che “nella previsione del Governo c’è una indennità per quanti lavorano in questi settori” – ristorazione, bar, spettacolo, sport, turismo – e non prendono la Cassa integrazione. Si valuta un ristoro di “800-1.000 euro ma le cifre sono ancora in definizione”. Castelli ha spiegato che le categorie coinvolte saranno “i lavoratori sportivi, del turismo, dello spettacolo, i lavoratori intermittenti e occasionali e i venditori a domicilio”.

Inoltre “ci sarà un ulteriore mensilità di reddito di emergenza per quelle famiglie che non hanno accesso a nessuna delle misure di sostegno che sta prevedendo il Governo”, ha aggiunto Misiani, “ma che noi vogliamo cercare di garantire a tutti i cittadini interessati” dalle misure anti Covid. Confermata poi la proroga della Cassa Integrazione che sarà “garantita a tutti i settori”: “Stiamo discutendo nell’ambito del prolungamento di 18 settimane ulteriori e verrà deciso quale tranche riconoscere immediatamente ma sarà significativa per tutti i lavoratori delle imprese” in riferimento ai settori “ristorazione, bar, spettacolo, sport”.

Il Governo sta valutando infine lo stop alla seconda rata dell’Imu per le imprese dei settori della ristorazione, bar, spettacolo, sport, turismo e le aziende dei settori più colpiti dalle misure e “un credito di imposta per gli affitti per 2 mensilità cedibile al proprietario”.

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