“Credo che il fattore principale sia stato il fatto che abbiamo iniziato ad arginare il virus molto presto, così siamo riusciti ad appiattire la curva appena in tempo. Credo però che sia cruciale l’alta capacità di posti in terapia intensiva e il numero di test che facciamo ogni giorno”. Maria Vehreschild, direttrice del Dipartimento di Malattie Infettive della Goethe Universitat-Klinikum di Francoforte, una della strutture più importanti del paese, fa il punto sulla situazione Covid in Germania che, come Italia, Francia e Spagna, sta assistendo a un costante aumento dei positivi nelle ultime settimane. Ha superato i 14mila contagi nelle ultime 24 ore, ma finora è il Paese che meglio ha affrontato la pandemia. Le vittime hanno da poco superato quota 10mila, su una popolazione di 83 milioni di abitanti, mentre in Italia – dove vivono 60 milioni di persone – i decessi sono stati quasi 37mila. Tra i punti di forza del sistema tedesco ci sono il numero di posti letto in terapia intensiva (34 ogni 100mila abitanti contro gli 8 del nostro Paese), la grande quantità di tamponi e una medicina territoriale particolarmente capillare. Anche se pure in Germania il sistema di tracciamento oggi è in affanno. Da sottolineare poi che Berlino investe il 9.5% del Pil in Sanità, l’Italia il 6.5%. E quanto l’Ocse nel 2013 le suggerì di ridurre i posti letto la risposta fu no.

Come siete riusciti a mantenere così basso il tasso di mortalità?
Credo che i tre aspetti più importanti in questo caso siano stati la precoce introduzione di misure restrittive, la disponibilità di letti per terapia intensiva e una grande quantità di tamponi.

Come avete contenuto la diffusione di Sars-CoV-2?
In primavera la situazione nel nord Italia e in Francia ha raggiunto il suo apice prima dell’epidemia in Germania. Questo ci ha dato il tempo di prepararci adeguatamente.

Oggi invece la chiave è la prevenzione?
In Germania una regione è considerata a rischio a partire dal verificarsi di 50 infezioni ogni 100mila abitanti negli ultimi 7 giorni. A quel punto vengono adottate misure specifiche per ridurre l’incidenza dell’infezione. E a seconda della situazione, vengono adottate restrizioni generali applicabili all’intero Paese.

Come si “testano” gli infetti e i loro contatti?
Prima le infezioni e i contatti erano solitamente testati mediante tamponi nasali per la gola, ma ora vengono sempre più utilizzati test rapidi basati sull’antigene.

Ci sono stati contagi nelle scuole?
Il livello di infezione nelle scuole ha finora inciso molto poco nel complesso, anche se ci sono stati singoli focolai. Ma possono essere contenuti rapidamente.

I ragazzi usano le mascherine a scuola?
Ogni Land emana regolamenti in modo indipendente, quindi non tutti gli Stati federali hanno gli stessi requisiti. Nella maggior parte le mascherine sono obbligatorie a scuola a partire dai 6 anni, per lo più solo durante le pause e fuori dall’aula.

Come proteggete gli anziani in Germania da Covid-19?
Anche in questo caso, le norme vengono adattate in modo relativamente dinamico al verificarsi dell’infezione. A seconda della situazione nelle case di cura, ad esempio, le possibilità di visita sono limitate.

La Germania è riuscita a contenere la diffusione del virus con le mascherine e il distanziamento?
Al momento, il numero di infezioni è in forte aumento in tutta la Germania e non sappiamo ancora come si svilupperà la situazione. Tuttavia, rispetto all’Italia, potrebbe essere che la bassa mortalità in Germania abbia qualcosa a che fare con diversi aspetti culturali. In Germania i giovani vanno presto a vivere da soli. Quindi ci sono molti meno contatti tra anziani e giovani.

In Italia ci sono 8 posti letto in terapia intensiva ogni 100mila abitanti.
In Germania la proporzione è di circa 34 ogni 100mila abitanti. Un numero piuttosto alto se lo confrontiamo a livello internazionale. Il nostro problema però è la mancanza di personale infermieristico qualificato per far funzionare tutti questi letti contemporaneamente.

Osserva una nuova ondata di positivi?
Sì, i numeri stanno aumentando sensibilmente. Stiamo tracciando molte nuove infezioni in tutta la Germania, molte più che in primavera.

Quali farmaci vengono utilizzati quando si manifestano i sintomi di Covid-19?
Remdesivir e desametasone sono utilizzati in pazienti gravemente malati. Altri farmaci non sono attualmente raccomandati e utilizzati in modo sistematico precoce.

Il Remdesivir è stato recentemente bocciato dal trial sperimentale Solidarity dell’Oms. Continuerà ad essere utilizzato?
Penso ci sia bisogno di una discussione più approfondita prima di poter trarre conclusioni sull’uso clinico.

Siete in grado di rintracciare le persone infettate con applicazioni su telefoni cellulari? In Italia c’è l’applicazione “Immuni”, è stata scaricata da 8 milioni di italiani. La vostra strategia qual è?
Abbiamo una app simile in uso, ma non tutti i tedeschi la usano.

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