Va oltre ogni aspettativa il collocamento tra gli investitori istituzionali dell’eurobond Sure Social emesso per finanziare i prestiti dell’Unione Europea a sostegno della cassa integrazione e altri ammortizzatori necessari durante la pandemia. La prima emissione con scadenza 10 anni alla chiusura del book è stata collocata per 10 miliardi a fronte di una domanda per 145 miliardi di euro, mentre per quella a scadenza 20 anni sono arrivate richieste per 88 miliardi a fronte di 7 offerti. L’emissione ha dunque ammontare complessivo di 17 miliardi con richieste per 233 miliardi totali.

Con una domanda simile da parte degli investitori, anche il costo che i Paesi Ue vanno in prospettiva a condividere si è ristretto: i tassi di interesse finali sono più bassi del previsto. Queste obbligazioni europee collocate agli investitori istituzionali sono un esempio di condivisione del rischio all’interno dell’Unione europea e servono appunto per finanziare schemi come la cig nei Paesi più colpiti dalla pandemia, a partire dall’Italia e dalla Spagna. L’Italia è il primo beneficiario del Support to Unemployment Risks in Emergency: riceverà 27,4 miliardi.

Articolo Precedente

Autostrade, dal cda di Cassa depositi e prestiti via libera a presentare un’offerta ad Atlantia con Blackstone e Macquarie

next