Da sabato 17 ottobre Londra si trova di fronte a nuove misure restrittive a causa del netto aumento dei contagi da coronavirus. Il segretario alla sanità Matt Hancock ha annunciato che nella capitale “i tassi di infezione sono in forte ascesa, con il numero di casi che raddoppia ogni 10 giorni” e aggiunge che, per non esercitare troppe pressioni sul National Healthcare Service (Nhs) e per evitare delle misure più severe in futuro, insieme alle autorità locali della città si è deciso di passare dal livello di allerta “medio” a quello “alto”.

Hancock fa riferimento al three-tier lockdown system (sistema di restrizioni a tre livelli) che il primo ministro Boris Johnson ha annunciato lo scorso 12 ottobre. Il sistema prevede che, a seconda del numero di contagi, per ogni zona venga applicato un certo livello di allerta, il quale corrisponde a una lista di restrizioni (i livelli sono “medio”, “alto” e “molto alto”).

La capitale britannica si trovava già al livello medio di allerta, il quale stabilisce, per esempio, il coprifuoco dalle dieci alle cinque del mattino per i luoghi di intrattenimento come pub e ristoranti (e l’obbligo del solo servizio di consegna a domicilio per tutte le attività che rimangono aperte durante il coprifuoco, come per esempio i fast food), l’invito al lavoro da casa, assembramenti sia al chiuso che all’aperto di massimo sei persone, e matrimoni e funerali rispettivamente con un massimo di quindici e trenta persone. Il livello medio prevede inoltre che scuole e università (come anche i luoghi di attività ricreative e sportive) rimangano aperte, seguendo però le misure di sicurezza.

La differenza sostanziale tra il livello “medio” e quello “alto” riguarda gli assembramenti al chiuso, i quali vengono assolutamente vietati. Quindi, in pub, ristoranti o in case private è proibito incontrarsi con amici, colleghi, conoscenti e così via. Rimane però consentito vedersi in luoghi al chiuso con conviventi e con persone che fanno parte della support bubble (bolla di supporto), la quale viene definita sul sito del governo britannico come “una stretta rete di supporto tra una famiglia con un solo adulto in casa e un’altra famiglia”. Inoltre, viene specificato che “una volta creata una bolla di supporto, non è possibile cambiarla”.

La definizione della support bubble può per certi versi ricordare la questione sull’interpretazione del significato di “congiunti” che abbiamo affrontato durante l’inizio della Fase due in Italia lo scorso maggio. Per esempio, molti giovani (o meno giovani) nel Regno Unito che vivono da soli (o con altri coinquilini senza legami pregressi) possono avere come “bolla di supporto” un gruppo di amici che vive in un’altra abitazione.

Nel frattempo, il settore dell’intrattenimento e del turismo a Londra si troverà a dover affrontare un’ulteriore crisi a causa di queste nuove restrizioni: il sindaco della capitale Sadiq Khan ha affermato che si è trovato costretto ad applicare queste restrizioni per cercare di evitare un totale lockdown in futuro. In ogni caso, il sindaco laburista spiega che continuerà a chiedere al governo aiuti finanziari per sostenere le attività commerciali locali in difficoltà, poiché i piani al momento in atto non sono sufficienti per gestire questa nuova situazione di restrizioni.

È interessante notale come in questo frangente ci sia stata una collaborazione costruttiva tra il governo laburista della città di Londra e l’esecutivo conservatore di Boris Johnson; nonostante il leader del Labour party Keir Starmer prediliga la via di un secondo breve lockdown nazionale rispetto alle restrizioni a più livelli, l’esecutivo di Khan invece sta agendo secondo la strategia del governo conservatore. La parola dunque dovrebbe andare agli esperti per capire quale sia la migliore strategia da adottare per contenere l’aumento dei casi e, allo stesso tempo, cercare di salvaguardare l’economia del paese e di occuparsi di situazioni di vulnerabilità.

Come singoli cittadini possiamo contribuire nel quotidiano ad arginare i contagi: il consiglio in generale che si potrebbe dare alla popolazione è quello di rispettare il più possibile le restrizioni e cercare, per esempio, di portare la mascherina anche all’aperto, nonostante qui non sia obbligatoria, per contribuire alla tutela della salute pubblica con un piccolo gesto.

Infine, c’è un dato politico che emerge da più parti: il Regno Unito si troverà a dover affrontare un periodo particolarmente duro. La crisi economica dovuta alla pandemia, l’aumento di contagi e di morti per coronavirus e lo scadere del negoziato Brexit di dicembre (con un probabile mancato accordo tra l’Ue e la Gran Bretagna) inaugurerà una stagione particolarmente buia per il paese.

Da questo punto di vista, il titolo del primo episodio della serie Tv Game of Thrones (Il Trono di Spade) può rendere l’idea della situazione in Gran Bretagna: Winter is coming, l’inverno sta arrivando. Chi ha visto la serie sa che certi inverni non devono essere sottovalutati.

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