“Dimentica abbastanza per andare oltre. Ricorda abbastanza perché non succeda un’altra volta”. Anche se il riferimento non è esplicito, scorrendo il profilo Facebook di Veronica D’Ascenzo non si può non rimanere colpiti da questa frase. La ragazza, che oggi ha 24 anni, è una degli alunni sopravvissuti al terremoto in Molise del 2002, costato la vita a 27 bambini e a una maestra della scuola elementare “Jovine”, a San Giuliano di Puglia (Molise). Quella stessa bambina, che all’epoca aveva sette anni e rimase sepolta per otto ore sotto le macerie dell’istituto scolastico, oggi è diventata una maestra elementare di una scuola di Roma, dopo la laurea nel 2019 all’Università Lumsa con una tesi sulla pedagogia dell’emergenza, in particolare sui disturbi post-traumatici da stress in età infantile.

Per D’Ascenzo il terremoto resta una ferita indelebile, ma negli anni ha trovato la forza di andare avanti e oggi, come maestra, insegna e si fa portavoce della necessità che le strutture scolastiche siano sempre sicure. “Il suo è un messaggio di cultura, d’amore e di speranza – scrive la madre, Rachele Porrazzo, anch’essa insegnante, su Facebook – nel solco della sicurezza scolastica di cui è testimonial con la vita”. Era il 7 ottobre del 2019 quando Veronica D’Ascenzo, alla presenza del responsabile della Protezione Civile Angelo Borrelli e dell’ex capo Guido Bertolaso, ha discusso la tesi dal titolo: “Didattica e pedagogia al servizio di bambini con danno post traumatico da stress: il caso di San Giuliano di Puglia”.

Quel 31 ottobre del 2002 D’Ascenzo si trova insieme ad altri compagni nella classe seconda per via dell’assenza di una maestra, nonostante frequenti la prima elementare. All’improvviso, alle 11.32, tutto crolla. La sua ultima immagine: il volto terrorizzato della sua insegnante con le mani sul viso. Finita con la testa sotto un tavolo, si salva. Nel buio e con la difficoltà a respirare, trova la mano di un’amica che stringe forte ma che pian piano diventa sempre più fredda. Lei ce la fa, viene tirata fuori dalle macerie. Per altri 27 bambini, tra cui suo cugino Luigi, e l’insegnante Carmela Ciniglio non c’è nulla da fare. La sua tesi l’ha dedicata proprio agli “angeli di San Giugliano” e oggi, con la sua vita, testimonia quel dramma e l’importanza, il diritto, per i bambini in ogni angolo del mondo di avere una scuola sicura.

(immagine d’archivio: le macerie della scuola “Jovine”, a San Giuliano di Puglia)

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