di Maurizio Donini

La sostanziale tenuta del Pd alle Regionali ha rafforzato la posizione di Zingaretti rispetto gli alleati del M5S, che al contrario hanno assistito a un ulteriore crollo del consenso. Il segretario del Pd è andato subito all’incasso chiedendo a gran voce l’adesione al Mes per portare in Italia 37 miliardi da destinare alle spese sanitarie.

Nelle frequenti discussioni con i sostenitori della pericolosità dell’eventuale accesso ai fondi del Mes, e quindi dell’avvio della sorveglianza rafforzata che comporta l’utilizzo dei fondi, l’argomento principe portato da sovranisti e affini si basa sulla motivazione che si trattino di dichiarazioni pubbliche dei più alti rappresentanti europei, ma che queste non fossero sufficienti a dare garanzie sul non mettersi in mano alla troika.

Fra gli altri appunti che nel colpevole silenzio dei media ha riportato l’OsservatorioCpi, si ricorda anche la lettera datata 7 maggio 2020 del Commissario Paolo Gentiloni e del vicepresidente della Commissione Dombrovskis, in cui avevano indicato che la fornitura di informazioni per i beneficiari del Mes sanitario avrebbe riguardato solo “l’uso dei fondi per coprire i costi diretti e indiretti dell’assistenza sanitaria”.

Non avendo altre argomentazioni logiche da contrapporre all’utilizzo del Mes, gli strenui difensori del No ribadivano che le dichiarazioni ufficiali in realtà non modificavano l’impianto legislativo, e quindi come le parole della Von del Leyen, piuttosto che di Gentiloni o Mattarella, fossero solo strumentali per fare entrare la troika in Italia. Prescindendo dalla considerazione che già due volte l’Italia ricorse agli aiuti del Fmi, anche se allora non si chiamava troika, nel 1974 e 1976 – epoca della tanto rimpianta lira tanto per intendersi – l’Europa si è mossa per rimuovere ogni obiezione e disarmare gli argomenti anti-europeisti.

Ora si è provveduto a modificare il regolamento 877/2013 con il regolamento 1069/2020, che è stato adottato il 19 giugno 2020, dopo la sua approvazione da parte del Parlamento europeo. Il nuovo articolo 2-bis prevede espressamente che la sorveglianza rafforzata sui fondi Mes riguarda solo e unicamente l’uso a sollievo dei costi (diretti e indiretti) di assistenza sanitaria, cura e prevenzione legati alla pandemia. Quindi è ufficialmente escluso ogni arrivo della troika per pensioni, stipendi o altro: il controllo, più che doveroso, sull’utilizzo dei fondi Mes sarà nel caso solamente sulla destinazione degli stessi, con buona pace di sovranisti e pentastellati con il mal di pancia.

Nel pieno della pandemia l’Eurogruppo aveva già preso posizione ufficialmente riguardo l’uso dei fondi Mes senza particolari vincoli: “Le caratteristiche di questo strumento (Eccl) dovrebbero essere coerenti con la natura esterna e simmetrica dello shock Covid-19. Questo vale anche per qualsiasi condizionalità associata. Nel breve termine, l’intervento sarà mirato alla risposta del coronavirus e, nel lungo termine, si prevede che i paesi tornino alla stabilità”.

L’Italia potrebbe quindi avvalersi degli aiuti del Mes tramite l’accensione di una linea di credito precauzionale rafforzata (Eccl), che rientrerebbe nelle regole della Bce tramite le Omt (Outright Monetary Transactions), ovvero l’acquisto di titoli sul mercato primario da parte dell’istituto guidato dalla Lagarde.

Per quanto riguarda l’ennesima obiezione secondo cui vari paesi hanno rinunciato all’utilizzo del Mes, giova rammentare che il vantaggio principale del meccanismo è di indebitarsi a tassi prossimi allo zero, come il NextGenerationEu per intenderci. Chi gode di spread bassissimi non ha ovviamente particolare interesse a rivolgersi al Board of Governors che guida il Mes.

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