“Willy era un ragazzo preciso. Quando usciva, tornava sempre per le due e mezza al massimo. Sabato mi sono accorta che a quell’ora non era ancora rientrato. Non era nel suo letto e mi sono cominciata ad agitare. Non so neanche io perché”. Milena, 19 anni, è la sorella di Willy Montero Duarte. Racconta la notte in cui è stato ucciso il fratello in un’intervista a Repubblica, tenendo tra le mani la maglia con gli autografi dei giocatori della Roma che due giorni fa la squadra le ha consegnato. “Mio fratello sarebbe impazzito per questa”, confida: il 21enne di origini capoverdiane sognava proprio di giocare con quella maglia, un giorno.

Milena ricostruisce gli eventi di quel sabato sera: “Come faceva sempre, appena uscito dal lavoro nell’hotel di Artena Willy è venuto a casa. Si è fatto la doccia, si è cambiato e poi è uscito con gli amici, ragazzi di qui, di Paliano, che conosce da una vita. Saranno state le undici e mezza, m’è passato vicino e mi ha dato un bacetto, lo faceva sempre. Ed è andato via”.

Racconta al quotidiano romano di un rapporto strettissimo tra fratelli, figli di genitori lavoratori: “Eravamo sempre fissi insieme io e lui”. Arrivano le due, poi le due e mezza, l’orario in cui di solito Willy tornava a casa. E la sorella comincia a preoccuparsi: “Era comunque sabato e ci stava che tardasse. Anche se, dovendosi alzare la mattina per andare a lavorare, non sgarrava quasi mai. Ho resistito un po’ rigirandomi nel letto e poi sono andata dai miei genitori e lo abbiamo chiamato. Credo che saranno state le tre“. Era l’ora in cui, secondo gli inquirenti, avveniva il pestaggio che lo ha ucciso. “Il telefono squillava, Willy non rispondeva“.

La posizione degli arrestati potrebbe aggravarsi: secondo il gip, in quei calci e pugni c’era la consapevolezza che avrebbero potuto uccidere. Sabato alle 10, al campo sportivo comunale di Paliano, ci saranno i funerali di Willy. Il padre ha chiesto ai partecipanti di indossare una maglietta bianca “simbolo di purezza e gioventù”. La cerimonia sarà esclusivamente un momento di raccoglimento, riflessione e preghiera comune: “Perché i genitori e la sorella di Willy non vogliono vendetta, ma giustizia”.

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