Vi racconto la storia e facciamo un passo indietro. Dopo aver letto la notizia di ciò che è accaduto a Saintes Maries de la Mer, nella regione della Camargue e appoggiando con cuore e capezzoli le signore sessantenni che prendevano il sole senza reggiseno, ho deciso di postare su Instagram uno scatto in cui vengo ritratta a seno al vento. Una foto estiva in cui bisognava zoomare parecchio per vedere il mio salto giocoso in una piscina. Il tutto proprio per accendere un dibattito con i miei followers sull’episodio avvenuto in Francia.

Essendo una signora cinquantacinquenne, ho vissuto il periodo delle poppe open air degli anni 80 e 90. Sulla riviera romagnola – e non solo – stavamo in libertà e gli uomini, anziché chattare sul cellulare praticamente avevano i binocoli dell’”Intrepido” per osservarci mentre ci davamo la crema protettiva.

È passata la moda, o forse si è tornati al Medio Evo e adesso di donne in monokini non ne vedi mezza. Succede che dopo nemmeno mezz’ora dalla sopracitata foto, mi arriva l’alert di Instagram che a caratteri cubitali avvisa “il tuo post non rispetta le nostre linee guida della community”. Il motivo della rimozione del post è perché trattasi di nudo o atti sessuali che violano le linee guida.

Qualcosa però stride. Perché, navigando sul social, mi chiedo come mai incappi in:
1) Tutorial di fellatio con dildo realistici che manco YouPorn
2) Video di influencer aka nuove educatrici sessuali che introducono dita negli slip per esternare, senza mezzi termini, voglia di Calippo
3) Natiche macroscopiche di performer che twerkano davanti alla telecamera che ti prende uno schioppone (cit. Faletti)
4) Spiegone di come si usa il lubrificante anale con tanto di massaggio manuale in slow motion sul sex toy fallico di turno
5) Racconti di come si introduca un plug nell’ano, con tanto di scodinzolamento dell’oggetto ben stretto e visibile tra le chiappe
6) Docce con magliette bagnate e capezzoli in rilievo acchiappalike
7) Stories su come “skopare” (scritto proprio così) corredate da vagine finte
e via discorrendo.

In passato bannarono una foto del mio amato Helmut Newton in cui la modella nonché musa Sylvia Gobbel appariva in tutto il suo splendore, ovvero nuda con i tacchi. Quello che turbò probabilmente furono i capezzoli.

Tornando alla vicenda di Saintes Maries de la Mer è interessante leggere che oggi in Francia meno del “20% delle donne sotto i 50 anni prende il sole a seno nudo, contro il 28% dieci anni fa e il 43% nel 1984; una pratica che, secondo un recente sondaggio Ifop, riguarda invece il 50% delle spagnole e il 34% delle tedesche”.

In Italia non si sa. Esorto a fare sondaggi ma soprattutto questa vicenda mi ha dato spunto per ricordare che il seno è prezioso, che dobbiamo controllarlo e che la prossima volta mi farò fotografare con un paio di meravigliosi copri-capezzoli a scanso di censura. Contenti?

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