“Sono convinto che il vaccino arriverà e anche ragionevolmente presto, ma questo ‘ragionevolmente presto’ esclude i prossimi mesi e forse anche buona parte del prossimo anno. Non ci si deve illudere e, nell’attesa, non si deve abbassare l’attenzione sui provvedimenti di prevenzione, altrimenti saremmo daccapo. Non possiamo eliminare il virus per decreto“. Sono le parole di Massimo Galli, primario del reparto Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, intervenendo a “Omnibus” (La7) in merito all’avvio odierno della sperimentazione del vaccino contro il coronavirus presso lo Spallanzani di Roma.

L’infettivologo si pronuncia anche sulla decisione della Food and Drug Administration di autorizzare l’utilizzo della terapia del plasma dei convalescenti per curare i malati di covid, annunciata da entusiasmo dal presidente Usa Donald Trump: “Se ci fosse, come annunciato, il 35% di riduzione della mortalità, non sarebbe poi una grandissima cosa, volendo essere intellettualmente onesti. È sicuramente un esito buono e importante, ma come metodo va ancora molto standardizzato. Il professor Raffaele Bruno dell’Irccs San Matteo di Pavia ha validamente coordinato uno studio a cui volentieri parteciperò, per capirne davvero di più”.

Circa la riapertura delle scuole, Galli si dichiara concorde con la tesi del leghista Roberto Maroni, ospite della trasmissione, e del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca: “Il fatto che la temperatura si misuri a casa è del tutto insufficiente e non funziona, non può funzionare. Se vogliamo fare sì che questo dato abbiamo un minimo di significato e sia standardizzato, ovvero dia una informazione affidabile, è evidente che la misurazione va fatta a scuola. I termometri hanno diverse tarature – spiega – Quante diverse interpretazioni e quanta attenzione giorno per giorno ci possiamo aspettare da, per quanto attenti e disponibili, cittadini? E’ un tipo di intervento che va fatto al momento dell’entrata a scuola, così come va ripristinata la presenza di operatori sanitari all’interno degli istituti scolastici piuttosto che utilizzare i nuovi banchi che ho sempre trovato discutibili”.

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