O i figli, o il lavoro. Insieme allo sboom economico, rischia di diventare il vero duello dei prossimi anni. Perché il welfare, nei confronti delle donne lavoratrici, non era già sufficiente prima del Covid. Figuriamoci ora. E perché, laddove c’è richiesta di aiuto, troppe volte gli assegni più che assegni sono taglie sulla testa troppo difficili da riscuotere, e vengono negati, anche indebitamente. Ce lo insegna una recente brutta storia accaduta a Castel Volturno, dove una migrante con regolare contratto di lavoro si è vista negare l’assegno di maternità dal Comune.

E soltanto grazie ad un ricorso, e ad un giudice che l’ha vista all’incontrario, la neomamma non solo godrà dell’assegno di maternità, ma anche di quello dedicato ai nuclei famigliari con più di tre figli di minore età.

Il caso specifico è risolto. Ma quanti altri sono ancora appesi? Quante donne stanno ancora elemosinando aiuto? Il caso della migrante, risolto. Il caso generale è un casino.

Un casino perché, innanzitutto, i bambini non li fa più nessuno. Se poi li fai, e la burocrazia ti si mette contro in tutti i modi, beh, allora si capisce come mai nel 2019 abbiamo partorito il 4.5% in meno di figli rispetto al 2018. E si capisce ancora di più la paura di “non farcela” che farà sì – secondo l’Istat – che nel 2021 ci sarà un ulteriore calo di 10mila nuovi nati, passando dai 435mila del 2020 a 426mila alla fine del 2021.

Chi li vuol fare più, i figli, se è cosi difficile crescerli?

Non so parlando “solo” della mamma migrante di Castel Volturno, che ha fatto tre gemelli e aveva già due figli a carico, oltre ad un regolare lavoro. Lei, onestamente, è un’eroina contemporanea, e non ci sono se e non ci sono ma. Ma le altre, quelle normali come me? Quelle che già con un figlio non riescono più ad avere una vita professionale, se non sono supportate da un aiuto o da un compagno?

Dai, chi li vuole fare davvero, più, i figli, anche solo uno, sapendo che sarà quantomeno complesso recepire le promesse politiche – assegno per ogni bimbo, sarà facile ottenerlo, oppure bisognerà avere un consulente informatico come per richiedere il bonus baby sitter del periodo Covid. Quei 1200 euro che alle mamme normali, che lavorano in città, non bastano a coprire 6 mesi di baby sitter. Non bastano a coprire neppure un mese completo di baby sitter regolarmente remunerata 10 euro l’ora con regolari contributi. Suvvia.

Ma chi li vuole fare i figli davvero più, senza avere un avvocato che gratuitamente presenti un ricorso e lavori pro bono solo per affermare un principio etico che dovrebbe essere garantito dallo Stato, per primo, e quindi dal Comune in cui la cittadina opera.

E poi, ancora, chi li vuole fare davvero sti cavolo di figli davvero più, se tutte le iniziative politiche rivolte ai figli in realtà parlano alle donne, quando i figli, in teoria, sarebbero di entrambi i genitori, e sarebbe il caso, come ha recentemente sollevato anche Inclusione Donna in un incontro al Senato, il congedo di paternità non è neppure lontanamente paragonabile a quello di maternità?

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