Sempre più Teatro, ecco la risposta del San Carlo, al blocco dei mesi scorsi. E, uno dei massimi più antichi e prestigiosi al mondo, mette in scena un cartellone di Primissime. Ancora in fase di rigidissimo lockdown quando il futuro dei teatri era solo un’ipotesi, il sovrintendente Stéphane Lissner e il direttore Generale Emmanuela Spedaliere si mettono a tavolino, giocano d’anticipo e opzionano i più grandi tra i grandi, immaginando come palcoscenico la monumentale Piazza Plebiscito con la facciata di Palazzo Reale. Visto che quasi tutto il pianeta era in clausura i carnet dei big erano ancora da riempirsi. Per La Tosca di Puccini chiamano Anna Netrebko, la nuova Callas, e per l’Aida di Verdi il teutonico Jonas Kaufmann, ritenuto dai critici, il più pregevole tenore del mondo. Tra i suoi pregi oltre agli acuti lo sguardo tenebroso e il fisico atletico. ”Quando sei su un set fotografico non ti danno neanche una pausa, Wagner sì”.

Lusingato di essere considerato un sex simbol, nell’era dove si impone la forza dell’immagine: “Non è che mi offenda se leggo che sono bello e sexy, ma se un articolo si concentra su questo sorvolando sulla musica, allora dissento – ha confessato in una intervista- E comunque, la bellezza aiuta a raggiungere la vetta più velocemente, ma per rimanervi devi avere qualità vocali”. Allora concentriamoci sul suo talento artistico. Nell’Aida il ruolo di Radames sembra cucito su di lui, il condottiero amato e conteso da due principesse. Da trionfatore a traditore sarà sepolto vivo. Ad Aida (interpretato da Anna Pirozzi, eccellente soprano napoletano) che condivide l’ infelice sorte dedica:….t’aveva il cielo per amore creato t’uccido io per averti amato…” . E tutto il parterre si scioglie di struggimento.

Rebecca KLeine e Lukas Steffan, tedeschi di Berlino, si sono messi al volante di una 500, per nessuno ragione al mondo si sarebbero persi il loro idolo Kaufmann. Biglietti gratuiti, quelli riservati agli under thirty, sono esauriti, ma non si scoraggiano. Si appostano dietro le grate, la visibilità anche grazie ai mega schermi è buona, l’acustica pure. Nel frattempo hanno recuperato altri sei giovani amici, provenienti da Milano, da Venezia, si posizionano al di là della recinzione, Kaufmann sta per attaccare con il bel canto di “Celeste Aida, forma divina…”, quando passa di lì Emmanuela Spedaliere, sua è la politica “avviciniamo l’Opera al giovani”, vede queste mucchio di teste bionde e occhi azzurri, chiama la hostess e ai ragazzi, per grazia ricevuta, si spalancano i cancelli del parterre.

Fra gli applausi riconosciamo l’assessore alla Politiche Giovanile la bella Alessandra Clemente, avvolta in un abito scultura a sirena confezionato dall’Istituto Superiore d’Este Caracciolo, una specie di Accademia della moda, perché ci tiene a valorizzare la mano d’opera e la creatività dei giovani. Qualche poltrona più in là è seduto Jack Lang il “visionario” ministro della Cultura francese nell’era d’oro di Mitterrand (a lui si deve la famosa piramide davanti al Louvre, uno dei primi innesti di contemporaneo e antico: “L’Opera trasferita in piazza è un’idea favolosa. Napoli oggi è una città felice”. Merci.

Il Sud ha una sua grandeur artistica e stasera nella Reggia di Caserta Sir Pappano salirà sul podio all’aperia della Reggia di Caserta per inaugurare “Un’estate da re”, quinta edizione, e ha scelto proprio la Sinfonia n.5 di Beethoven da inserire nel 250esimo anniversario della nascita del compositore tedesco. Ma il Maestro Pappano, di origine campane, ci scopre anche metafore di rinascita come Beethoven che combatte i suoi demoni e alla fine ne esce vincitore.

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