Finora aveva assicurato che la Corea del Nord era Covid-free, anche se sui media stranieri erano trapelate richieste di aiuti alla comunità internazionale e alla Cina per fare fronte al Covid. Ma ora la Corea del Nord ha ufficializzato il primo “caso sospetto”, riconducibile a un cittadino scappato tre anni fa in Corea del Sud e rientrato lo scorso 19 luglio, “dopo aver varcato illegalmente la linea di demarcazione” attraverso la Zona demilitarizzata (Dmz). La città di confine di Kaesong è stata posta in lockdown venerdì pomeriggio e e Kim Jong-un ha dichiarato “l’allerta massima”.

Secondo quanto riportato dalla KCNA (l’agenzia di stampa governativa della Corea del Nord) i test condotti sul fuggiasco nordcoreano hanno mostrato che la persona “è sospettata di essere stata infettata” dal virus. Il caso sospetto e altri che erano stati in contatto, così come quelli che sono stati a Kaesong negli ultimi cinque giorni, sono stati messi in quarantena. Al momento non si sa ancora nulla sull’identità dell’uomo, se non che si tratta di una persona fuggita in Corea del Sud tre anni fa e rientrata da poco più di una settimana fa nel Paese, scrive KCNA.

Kim Jong Un, oltre a proclamare l’allerta, ha convocato una riunione d’emergenza del politburo per esaminare la situazione mentre è stata avviata un’investigazione per capire come abbia fatto l’uomo a rientrare in Corea del Nord senza essere schedato. Per il Paese sono già passati sei mesi da quando si è deciso di chiudere tutte le frontiere e ora Kim minaccia “una punizione severa” per chi si intromette nel Paese irregolarmente. Solo poco tempo fa, all’inizio del mese, Kim aveva sottolineato il “brillante successo” della Corea del Nord nell’affrontare la pandemia.

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