Non è bastata la lettera di dimissioni che il presidente di Trentino Digitale, Roberto Soj, ha annunciato alla giunta provinciale di Trento poche ore dopo essere stato condannato in Tribunale a Milano. Infuriano le polemiche e le richieste di spiegazioni attorno alla nomina avvenuta nell’estate dello scorso anno, quando Soj era già indagato e rinviato a giudizio per la bancarotta di Aipa, l’Agenzia Italiana Pubbliche Amministrazioni, una società privata che riscuoteva i tributi – dalla tassa dei rifiuti alle affissioni – per alcune centinaia di Comuni italiani. Adesso è arrivata la condanna a 3 anni e 8 mesi da parte del giudice dell’udienza preliminare Guido Salvini, che nel capoluogo lombardo ha accolto la richiesta del pubblico ministero Donata Costa. Gli amministratori di Aipa e società collegate erano accusati di aver fatto sparire circa 10 milioni di euro.

Subito dopo che la condanna è diventata di dominio pubblico, la giunta provinciale ha diffuso un comunicato: “Si tratta di un atto conseguente ad una vicenda giudiziaria attinente l’attività svolta dal professionista alcuni anni fa, in un contesto lavorativo privato, esterno al Trentino”. Il presidente Maurizio Fugatti ha aggiunto: “Prendiamo atto con dispiacere di questa circostanza e se da un lato le regole impongono di assicurare all’Amministrazione ed alle sue Società il massimo delle garanzie di trasparenza, dall’altro va sottolineata la correttezza del gesto del presidente Soj al quale va il nostro ringraziamento, unito all’augurio che riesca al più presto a chiarire la sua posizione processuale”.

Le dimissioni erano comunque una via obbligata. Soj era stato nominato nel luglio 2019 ed era arrivato in Trentino da Milano, dove era direttore generale di Lombardia Informatica. Era stato l’assessore provinciale alo sviluppo, Achille Spinelli, a sollecitare il ricambio del consiglio di amministrazione che evidentemente non era in sintonia con la giunta Fugatti, entrata in carica nel novembre 2018. Il fatto che Soj fosse imputato non aveva costituito un impedimento per la maggioranza provinciale. Ma adesso ne chiedono conto sia il Pd che i sindacati. Luca Zeni, consigliere di centrosinistra, ha depositato un’interrogazione in cui chiede se il presidente di Trentino Digitale avesse “comunicato la sua posizione giuridica, come imposto dalla normativa, quindi pare con un rinvio a giudizio già subito ed un procedimento contabile che pare avesse già accertato responsabilità in capo alle società nelle quali Soj era coinvolto”. Zeni chiede alla giunta provinciale “per quale motivo fosse stato comunque nominato”.

Ma sono intervenuti anche i segretari generali di Cgil e Cisl, Andrea Grosselli e Michele Bezzi, con i segretari di Fiom e Fim, Aura Caraba e Luciano Remorini. “È necessario che la Giunta provinciale chiarisca subito se un anno fa era a conoscenza di questa pendenza giudiziaria e se lo era, come è plausibile, perché ha deciso di procedere decapitando gli allora vertici della società con un procedimento al limite della legittimità. Siamo di fronte ad un atto grave commesso con spregiudicatezza e irresponsabilità da parte del presidente Fugatti e dell’assessore Spinelli”.

Le ricadute, secondo i sindacati, sarebbero gravi per Trentino Digitale, che “è stata trascinata in una situazione di totale immobilismo: la società che dovrebbe occuparsi dell’innovazione e della digitalizzazione della nostra provincia ad oggi non ha ancora un direttore generale e non ha un piano industriale, per le conseguenze di quel repentino quanto ingiustificato cambio ai vertici”. Secondo fonti della Provincia, il rinvio a giudizio non era causa di incompatibilità o di inconferibilità dell’incarico, non essendovi ancora stata all’epoca una condanna penale. A Soj veniva contestato il dissesto finanziario della Mazal Global Solution in quanto ex amministratore delegato del Gruppo Kgs spa.

Aggiornamento
La Corte d’Appello di Milano, in data 16 ottobre 2023, ha assolto Roberto Soj dai reati a lui ascritti

Articolo Precedente

Ilva, l’indagine sull’ex procuratore di Taranto e il suo rapporto con Amara. Bonelli: “Chiesi al Csm di intervenire, nessuno ha mai risposto”

next
Articolo Successivo

Processo Eni Nigeria, i pm chiedono condanna a 8 anni per Descalzi e Scaroni e confisca per oltre 2,1 miliardi

next