Se un Paese accede al Mes per chiedere liquidità, nel caso delle linee di credito del Pandemic Crisis Support, deve inserire il dettaglio delle spese sanitarie nel suo reporting una volta ottenuti i fondi. È questo un requisito votato giovedì dalla commissione Econ del Parlamento Europeo (su un atto delegato proposto dalla Commissione Ue).

A votare a favore sono stati 40 componenti della commissione, mentre 16 sono stati i contrari e c’è stato un astenuto. Tra i voti contrari si registra quello dell’eurodeputato M5s Piernicola Pedicini, che si è espresso in maniera differente da Irene Tinagli, esponente Pd e presidente della Econ. La modifica, ad avviso del Movimento Cinque Stelle, non è quello che serve per rendere il Mes uno strumento privo di condizionalità e idoneo per contrastare la crisi economica.

Pedicini, votando contro, ha espresso infatti la posizione dell’intera delegazione dei Cinquestelle, si apprende da fonti vicine al Movimento. “Purtroppo il framework normativo europeo non è cambiato: restano nero su bianco il sistema di allerta rapido sancito dall’articolo 13 del Trattato del Mes e i controlli post-programma previsti dal secondo regolamento europeo del cosiddetto Two Pack”, aveva annunciato l’europarlamentare prima del voto di giovedì.

Il Movimento 5 Stelle, ha aggiunto Pedicini, “non ha cambiato posizione” e “ribadisce che il Mes è uno strumento inadeguato, la nostra contrarietà non è frutto di una banale impostazione ideologica ma di una analisi approfondita dei Trattati e dei regolamenti europei”.

Voto contrario è stato espresso anche dai leghisti Francesca Donato, Antonio Maria Rinaldi e Marco Zanni. Con i 40 voti a favore la commissione Econ del Parlamento Europeo ha deciso di non opporsi all’atto delegato, sul quale l’Aula ha potere di veto. La Econ ha quindi votato per non opporsi, non esercitando il veto, facendo così in modo che l’atto delegato passasse.

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