Quattordici persone sono state arrestate (sette in carcere e sette ai domiciliari) in un’inchiesta della Dda di Milano, condotta dalla guardia di finanza di Legnano, su un maxi traffico illecito di rifiuti. “Principalmente rottami ferrosi” che venivano movimentati “senza tracciabilità” e con compravendite effettuate “in nero”, stando alle parole del procuratore capo Francesco Greco. Nel blitz di stamani sono stati disposti anche sequestri per oltre 15 milioni di euro a carico di 28 indagati. Tra le accuse oltre all’associazione per delinquere e al traffico di rifiuti anche la frode fiscale, riciclaggio e trasferimento fraudolento di denaro, reati tutti aggravati “dall’aver commesso i fatti” con una “organizzazione criminale transnazionale che operava in Lombardia, Ungheria e Croazia“.

Dall’inchiesta è emerso che circa 74mila tonnellate di rifiuti erano state “falsamente documentate”. Gli accertamenti sono scaturiti da una “verifica fiscale nei confronti di una società operante nel commercio di rottami ferrosi”, che risulta essere “evasore totale dal 2011“. I rifiuti sono risultati “in gran parte inesistenti e falsamente documentati con formulari, documenti di trasporto e pesate”. E ciò è stato accertato anche con “video riprese effettuate all’ingresso e all’interno del principale centro di raccolta dei rottami ferrosi, dove i camion arrivavano fingendo di scaricare materiale ma di fatto erano vuoti“. I rifiuti che venivano realmente movimentati, invece, non erano tracciati, veniva occultato “il produttore” e le compravendite erano “in nero”. Documentata anche un’evasione Iva da oltre 1 milione. Delle 42 società e ditte individuali analizzate, spiega Greco, alcune “sono risultate esclusivamente delle cartiere con una reale bassa operatività”. Il sequestro preventivo ha riguardato “15 immobili, quattro complessi aziendali, sei veicoli, quote societarie di nove aziende e il saldo attivo di oltre 50 tra conti correnti e depositi finanziari”.

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