La Germania, paese che ha gestito la pandemia in Europa nel mondo più efficace, è alle prese con una nuova crisi sanitaria. È localizzata nel mattatoio della Tonnies a Guetersloh, nel Nord Reno Westfalia, Land per il quale il governatore Armin Laschet nei giorni scorsi aveva ipotizzato una nuova zona rossa. Al momento la decisione è sospesa, ma quello che è certo è che l’indice R0 – il “numero di riproduzione di base”, cioè il numero medio di infezioni secondarie – è balzato da 1,79 a 2,88. Una cifra che si basa su una media di quattro giorni. Già il 10 maggio l’indice di contagio era risalito a 1,1: un valore preoccupante per Angel Merkel, che ha sempre invitato alla cautela i Lander, chiedendo di non accelerare sull’allentamento delle restrizioni. E ora il balzo dell’indice segna un sensibile aumento dei contagi e il timore è quello di una seconda ondata della pandemia.
Il focolaio nel mattatoio della Tonnies – Intanto continuano ad aumentare i positivi tra i dipendenti del mattatoio di Guetersloh, con altri 300 casi di contagio da Covid-19, portando il totale delle infezioni a 1.331, su un totale di 6.139 addetti. Laschet, dopo aver visitato il mattatoio ha per il momento escluso un nuovo lockdown a livello regionale, ma anche se c’è un “enorme rischio pandemico”, l’infezione è chiaramente localizzata all’interno del mattatoio e non c’è un “salto significativo” nel resto della popolazione, ha detto Laschet. Tutti i dipendenti del mattatoio sono stati posti in quarantena, ma la misura potrebbe non essere sufficiente, perché nel frattempo le migliaia di lavoratori potrebbero a loro volta avere infettato famigliari e amici, che a loro volta potrebbero avere diffuso il virus. La scoperta del focolaio ha suscitato un’ondata di proteste contro il proprietario dell’impianto, Clemens Toennies, del quale vengono chieste le dimissioni. Nel frattempo, le autorità sanitarie federali hanno aggiornato il numero di contagi e decessi nel Paese, rispettivamente 189.822 e oltre 8.880.
Sostieni ilfattoquotidiano.it: mai come in questo momento abbiamo bisogno di te.
In queste settimane di pandemia noi giornalisti, se facciamo con coscienza il nostro lavoro,
svolgiamo un servizio pubblico. Anche per questo ogni giorno qui a ilfattoquotidiano.it siamo orgogliosi
di offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti: notizie, approfondimenti esclusivi,
interviste agli esperti, inchieste, video e tanto altro. Tutto questo lavoro però ha un grande costo economico.
La pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre dei ricavi limitati.
Non in linea con il boom di accessi. Per questo chiedo a chi legge queste righe di sostenerci.
Di darci un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana,
fondamentale per il nostro lavoro.
Diventate utenti sostenitori cliccando qui.
Grazie
Peter Gomez
GRAZIE PER AVER GIÀ LETTO XX ARTICOLI QUESTO MESE.
Ora però siamo noi ad aver bisogno di te.
Perché il nostro lavoro ha un costo.
Noi siamo orgogliosi di poter offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti ogni giorno.
Ma la pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre ricavi limitati.
Non in linea con il boom accessi a ilfattoquotidiano.it.
Per questo ti chiedo di sostenerci, con un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana.
Una piccola somma ma fondamentale per il nostro lavoro. Dacci una mano!
Diventa utente sostenitore!
Con riconoscenza
Peter Gomez