È l’indice che viene utilizzato per misurare la pandemia. E affinché la situazione resti sotto controllo, aveva dichiarato la Cancelliera Angela Merkel, è necessario che rimanga sotto il valore uno. Ma in Germania, nel giorno in cui la polizia tedesca apre eccezionalmente i confini per le visite alle madri in occasione della festa della mamma, l’indice R0 aumenta e sale a 1,1, il che significa che ogni persona può contagiarne in media più di un’altra.
Già a fine aprile, a pochi giorni dall’allentamento delle prime restrizioni, era aumentato. Merkel – che ha sempre invitato alla cautela i Lander, chiedendo di non accelerare sull’allentamento delle restrizioni – aveva spiegato che la priorità era quella di mantenere piatta la curva dei contagi, in modo da non sovraccaricare il sistema sanitario e solo lo scorso mercoledì, quando l’indice si era assestato allo 0,65, aveva dichiarato che il Paese si era lasciato alle spalle la ‘fase uno’. E ora, con l’aumento a oltre 1, cresce anche la preoccupazione per le condizioni in cui vivono i lavoratori dei mattatoi dopo che si sono registrati focolai in alcune fabbriche per l’imballaggio della carne. La Germania ha oltre 169mila casi confermati con almeno 7435 morti.
L’aumento dell’indice – comunicato dal Robert Koch Institute (Rki), l’agenzia governativa tedesca per il controllo e la prevenzione delle malattie – arriva al termine di una settimana in cui il lockdown è stato ulteriormente alleggerito. Nonostante questo, sabato 9 maggio migliaia di persone sono scese in strada in molte città del Paese per protestare contro le misure di prevenzione ancora in vigore. L’Istituto, tuttavia, non ha specificato se questo significa che stiano aumentando i casi. “L’aumento nell’indice di contagio stimato rende necessario esaminare gli sviluppi molto attentamente nei prossimi giorni”, ha scritto Rki in una nota.
Preoccupazione per i lavoratori dei mattatoi – In Renania North Westphalia si sono avuti focolai in due impianti dove lavorano soprattutto persone provenienti dall’Europa dell’Est che vivono stipate in strutture realizzate accanto all’impianto. Come risultato di questi focolai a Coesfeld, distretto del lander, il numero delle infezioni ogni 100mila abitanti ha superato il limite di 50, fissato come non preoccupante.
In una delle due fabbriche ieri sono stati testati 950 dei 1200 dipendenti, in maggioranza dalla Romania e dalla Bulgaria, con 205 risultati positivi. Un tribunale di Munster ha respinto un appello per la riapertura dell’impianto, affermando che le mascherine non venivano indossate in modo corretto e le misure di distanziamento non venivano sempre mantenute. L’intero distretto ha rimandato di una settimana la revoca delle restrizioni che da domani scatta in tutto il lander.
Problemi si sono registrati in un altro impianto per il confezionamento della carne, di proprietà della stessa società nella cittadina di Oer-Erkenschwick, dove 33 dei 1250 lavoratori sono risultati positivi. Nel lander di Schleswig-Holstein, le autorità sanitarie locali hanno ordinato il test per tutti i lavoratori dei mattatoi dopo che in quello di Bad Bramstedt 109 persone sono risultate positive. “Vivono in situazioni sovraffollate”, è stata la critica di Thomas Bernard, del sindacato dei lavoratori del settore alimentare e dell’ospitalità, affermando che i dormitori allestiti sono troppo piccoli, con troppe persone e pochi bagni. “È un problema enorme”, ha concluso.