Serve “un regolato ed efficace sistema di accesso ai dati” per arrivare finalmente a capire il reale “andamento delle richieste” della cassa integrazione. È la richiesta contenuta nella lettera rivolta al presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, da parte di Guglielmo Loy, presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Istituto. Secondo la sua valutazione infatti, a essere rimasti esclusi dall’ammortizzatore sociale potrebbe essere fino a un milione di lavoratori. Molti di più delle 25mila le persone indicate domenica davanti alle telecamere di Mezz’ora in più da Tridico. L’ex sindacalista Loy, intervistato da Repubblica, torna infatti a prendere di mira il presidente dell’Inps e definisce i ritardi nel pagamento della cassa integrazione “una tempesta ampiamente prevedibile”.

Il presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza al quotidiano spiega come arriva alla cifra di un milione: “La differenza tra le domande presentate e quelle autorizzate o respinte è di 81mila: se si considera che ogni azienda ha in media 10 dipendenti, si arriva a oltre 800mila lavoratori, che si aggiungono ai 134mila indicati da Tridico”, è il ragionamento di Loy. Il presidenti dell’Inps ieri, infatti, ha spiegato che ci sono 134mila persone che hanno mandato le domande a giugno, non avendo ancora ricevuto il pagamento perché “il mese è in corso”.

“Ritengo poi che sia sbagliato non considerare le difficoltà di chi ha ricevuto il solo pagamento di marzo, ed è in attesa dei mesi successivi”, aggiunge Loy. “Per cui – prosegue – Tridico dice una cosa corretta dal punto di vista amministrativo, ma sbagliata dal punto di vista sociale. La nostra preoccupazione è che per esaurire questo enorme bacino di persone in attesa ci voglia troppo tempo”, dice ancora il presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza in riferimento all’intervista di Tridico a Mezz’ora in più.

“Il problema è che, di fronte a una emergenza drammatica, si è pensato di far fronte a una situazione di guerra con procedure che non funzionavano benissimo neanche in ‘tempo di pace'”, spiega Loy, tornando sui ritardi nell’erogazione della cassa integrazione. “Oltre alla questione della Cig in deroga, c’è anche il Fis (fondo di integrazione salariale, per le aziende non industriali con oltre 5 dipendenti, ndr), che in tempi normali richiedeva per lo sblocco della pratica dai 180 ai 200 giorni“, sottolinea Loy sempre a Repubblica. “È molto probabile – aggiunge – che il 60% delle domande ancora non esaminate riguardi proprio il Fis”.

Il presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps torna poi a criticare Tridico: “Servirebbe – dice – essere più sobri, e realistici, e avere una comunicazione coerente nel tempo, evitando di promettere cose che non si possono mantenere”. Inoltre, conclude Loy, bisognerebbe ripetere quanto fatto con il bonus 600 euro anche con la cassa integrazione: “Ritengo che l’Istituto possa chiedere al legislatore, coinvolgendo le parti sociali, di versare un acconto non del 40%, ma del 60 o 70% dell’assegno di Cig a chi ne ha fatto richiesta, rimandando i controlli a un momento successivo ed evitando così attese che potrebbero essere lunghissime”.

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