I nuovi dati Inps su cassa integrazione e assunzioni aggiornano la conta dei danni fatti dal coronavirus sul mercato del lavoro italiano. A maggio l’istituto ha autorizzato altri 849,2 milioni di ore di cassa integrazione guadagni con causale Covid 19, dopo gli 832 milioni di aprile (dato rivisto rispetto agli 835 milioni di ore comunicati il 21 maggio). Il dato sale a 871 milioni se si considerano anche le altre causali. In due mesi si sono superati gli 1,68 miliardi di ore, un record assoluto. Intanto le assunzioni del primo trimestre, 1,33 milioni, hanno subito una “contrazione molto forte” del 24% rispetto ai primi tre mesi del 2019. A marzo il calo è stato del 37,8%.

Commercio in testa per ore di cig – Il settore che ha fatto più ricorso alla cassa è stato il commercio con 184 milioni di ore (92,4 delle quali per cassa in deroga) seguito dalle attività immobiliari, di noleggio e servizi alle imprese (146 milioni di ore autorizzate) e da alberghi e ristoranti (134,89 milioni, 50,1 dei quali per cassa in deroga e 86,79 con l’assegno dei fondi di solidarietà). Per quanto riguarda la cassa ordinaria, i settori che assorbono il maggior numero di ore autorizzate sono la fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici ed elettrici con 40,6 milioni di ore, il metallurgico con 32,3 milioni, le costruzioni con 30,3 milioni di ore, la fabbricazione di autoveicoli, rimorchi, semirimorchi e mezzi di trasporto con 26,7 milioni di ore. Per quanto riguarda le regioni, è la Lombardia che ha avuto, nel mese di maggio, il maggior numero di ore autorizzate di Cig ordinaria con 51,8 milioni di ore, seguita dal Piemonte e dal Veneto rispettivamente con 26,7 e 26,1 milioni di ore.

Da oggi ricorda l’Inps, è possibile fare domanda per la cassa integrazione in deroga con pagamento diretto dell’Inps con anticipo del 40% delle spettanze.

Assunzioni in calo del 38% a marzo – Stando all’Osservatorio Inps sul precariato, le assunzioni attivate dai datori di lavoro privati nei primi tre mesi del 2020 sono state 1.338.000 con un calo rispetto al primo trimestre del 2019 del 24%. La contrazione è risultata particolarmente rilevante nel mese di marzo (-37,8%). Per i contratti a tempo indeterminato la variazione netta (attivazioni più trasformazioni meno cessazioni) è stata positiva per 146.283 unità a fronte delle 238.541 dello stesso periodo del 2019 (-38,68%). Sono diminuite nei primi tre mesi del 2020 anche le trasformazioni da tempo determinato con 166.000 unità e un -26% rispetto allo stesso periodo del 2019 quando il loro volume era risultato eccezionalmente elevato per effetto dell’impatto del decreto Dignità. Sono invece in crescita (+19%) le conferme di rapporti di apprendistato giunti alla conclusione del periodo formativo. Le cessazioni nel complesso sono state 1.393.000, in lieve diminuzione rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente.

Intanto il bonus baby sitter introdotto dal Dl Cura Italia fa volare i nuovi voucher introdotti con il Libretto di Famiglia: a marzo i lavoratori pagati con questi titoli sono stati pari a circa 36mila, il 251% in più rispetto a marzo 2019. L ‘importo medio mensile lordo della loro remunerazione effettiva risulta pari a 488 euro.

Anno su anno -359mila contratti a termine – I licenziamenti relativi a contratti di lavoro a tempo indeterminato, sia di natura economica che disciplinare sono diminuiti, segnalando quindi l’effetto del blocco introdotto dal governo con il decreto “Cura Italia”. Il saldo annualizzato complessivo (vale a dire la differenza tra assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi) a marzo, ha raggiunto il valore di -254mila posizioni di lavoro rispetto al 31 marzo 2019. Rimane ancora significativamente positivo, pur riducendosi, il saldo annualizzato dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato (+270.000) e analogo è l’andamento per l’apprendistato (+53.000). L’impatto del Covid-19 ha fortemente interessato invece i contratti a termine (-359mila).

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