“È di fondamentale importanza che il Governo con le figure preposte ai massimi livelli compia già dalle prossime ore tutti i passi dovuti per ottenere dall’Egitto le condizioni elementari per avviare il processo e la possibilità di fare ulteriori passi in avanti nei rapporti bilaterali”. Dopo la notizia che l’Italia ha dato il via libera alla vendita di due fregate all’Egitto e la nuova richiesta di verità e giustizia da parte dei genitori di Giulio Regeni, il segretario del Partito democratico Nicola Zingaretti torna a ribadire che “il Governo italiano deve essere coerente con l’affermata volontà di proseguire nella battaglia per la ricerca della verità”. Volontà che era stata ribadita dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio il 10 giugno dichiarando però che la vendita di armamenti non era ancora stata autorizzata.

“Noi non abbiamo mai legato la vicenda delle fregate italiane alla Marina egiziana all’idea di un possibile osceno scambio tra vendita di armi e diritti umani“, scrive Zingaretti in una lettera a Repubblica, “e bene ha fatto il Presidente Conte a dare immediata disponibilità a riferire alla Commissione parlamentare d’inchiesta“. Secondo il segretario dem però “la notizia di un incontro tra la Procura di Roma e i magistrati della Procura generale de Il Cairo fissata per il 1 luglio è di grande rilevanza. Conferma quanto il mantenimento di rapporti con l’Egitto sia utile per proseguire la ricerca della verità sul caso di Giulio Regeni”.

Durante quell’incontro però “sarà di fondamentale importanza, tra le altre cose, ricevere dalle autorità egiziane il ‘domicilio’ legale di coloro che la Procura di Roma ha indagato dal dicembre 2018 per essere coinvolti nel sequestro e omicidio di Regeni”. A Sabir Tareq, generale. Usham Helmy e Ather Kamal, colonnelli. Magdi Sharif, maggiore. Mhamoud Najem, agente, la procura di Roma contesta il reato di concorso in sequestro di persona. “Non è un fatto tecnico. In uno stato di diritto quale è l’Italia l’avvio di un processo è legato alla possibilità degli imputati di difendersi e quindi in primo luogo di essere avvertiti. Questo impegno è un atto dovuto e importante nei confronti di Giulio Regeni, della sua famiglia ma anche per la credibilità dell’Italia”.

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