È già partita la corsa per il prossimo sindaco della capitale. Sarà il numero 35 dall’Unità d’Italia, e mi piacerebbe fosse ancora una donna, perché le problematiche che Roma ha accumulato negli anni non potranno che essere risolte con una visione allargata, integrata e sensibile che, di solito, sono le donne ad avere più degli uomini. Alla prima occasione, con la giunta Raggi, le cose non sono andate bene. Le tante aspettative sono state deluse, anche sui principi di base del M5s che, al pari dei partiti di vecchia generazione, si sta arroccando su se stesso.

Sarebbe auspicabile che l’attuale giunta utilizzasse gli ultimi mesi della consiliatura per cercare di recuperare un po’ del tempo perduto e, soprattutto, far tesoro degli errori fatti. Ed evitasse scene politicamente pietose, che vanno dal continuare a rimangiarsi i principi sui quali si è costruito il movimento fino a plateali “cambi di casacca”, allorquando ci si rende conto di aver fallito la propria missione.

Come sostenitore del M5s, sono stato ben felice di vederlo alla prova nella mia città. Forse la mia convinzione nasceva più dallo sfacelo delle precedenti giunte capitoline che dalla loro reale capacità di guidare la capitale d’Italia. Dall’agosto 2017 al febbraio 2019 ho anche fatto parte dello staff tecnico dell’allora assessora Pinuccia Montanari, con il compito di coordinare le attività per la redazione del Piano di azione per l’energia sostenibile e il clima (Paesc). Con questo documento strategico, si intendeva portare Roma al livello delle grandi capitali europee, in linea con la posizione storica del movimento.

Purtroppo, l’ennesima proroga richiesta per la consegna del Paesc sta per essere nuovamente disattesa, nonostante il fatto che a disposizione della giunta Raggi vi siano anche le migliori eccellenze nazionali nei settori strategici dell’energia e dell’ambiente, quali Enea, Gse e Ispra.

Non è ancora completamente operativo l’ufficio che dovrebbe occuparsi non solo dell’attuazione del Paesc, ma anche della sua finalizzazione. Un peccato, soprattutto perché non si è capito che è sui temi della sostenibilità ambientale ed energetica che si gioca la credibilità dei nostri amministratori, nonché buona parte dello sviluppo della città.

In alcune capitali europee, invece, questa lezione si è capita e l’ammodernamento in chiave ecologica è stata l’occasione per avviare profondi cambiamenti. Ci auguriamo che anche a Roma si creino presto le condizioni per realizzare un Paesc ambizioso, con almeno il 60% di riduzione delle emissioni climalteranti al 2030, che faccia da volano allo sviluppo sostenibile locale. E non ci sarebbe, nostro malgrado, periodo migliore per iniziare a farlo, dopo la drastica riduzione o addirittura chiusura forzata di molte attività a causa del coronavirus.

Come cittadino non tollero quei movimenti politici che cambiano le regole in corsa per far mantenere posizioni di privilegio a singoli esponenti e, quindi, lo stravolgimento del principio di base primus inter pares che, avevo capito, fosse un riferimento per il M5s. Molto probabilmente, se non ci si sveglia e la base non rivendica il proprio ruolo, vedremo a Roma, in occasione delle prossime elezioni amministrative, il crollo definitivo del movimento stesso, anche se non necessariamente di ogni singolo esponente.

Mi auguro che all’interno del M5s ci si chieda se valga davvero la pena andare contro le regole che ci si è dati. A mio parere, come già detto più volte, sarebbe la peggior cosa: significherebbe arroganza, superficialità, incapacità e, soprattutto, paura. Paura di cambiare veramente. Paura di perdere o di andare davvero a governare il Paese in base ai propri principi.

In conclusione, quali sarebbero i meriti della Raggi per i quali il movimento dovrebbe derogare ad una delle sue regole di base, cavallo di battaglia da sempre, di non superare i due mandati elettorali consecutivi? L’unico aspetto sul quale mi verrebbe da esprimere una valutazione non completamente negativa è l’atteggiamento assunto nei confronti della criminalità organizzata (al momento tutt’altro che debellata a Roma). Purtroppo tale atteggiamento, sacrosanto, non l’ho riscontrato in altre situazioni che mi sono trovato a vivere nei miei 18 mesi al servizio di Roma capitale.

Quindi mi verrebbe amaramente da concludere che certi atteggiamenti siano stati adottati da alcuni più per opportunismo che non per una reale convinzione morale. Dispiace molto, ma sui temi dell’ambiente e dell’energia, la parentesi Raggi è stata inconsistente, in alcuni casi addirittura deleteria e anche penosa, con figuracce a livello internazionale che avrebbero dovuto dare una sveglia a chi governa questa città.

Mi auguro che la giunta Raggi si impegni al massimo in questi ultimi mesi, non per staccare il ticket del rinnovo, irricevibile sotto diversi punti di vista, ma per cercare di lasciare la città in condizioni almeno non peggiori di come la si è trovata.

Auspicando poi che chi verrà dopo abbia il coraggio e la lungimiranza per migliorarla davvero, affinché diventi più efficiente e sana, oltre che la più bella del mondo. Ma non c’è tempo da perdere, soprattutto per chi sta governando adesso!

I nuovi Re di Roma

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