Il calo del Prodotto interno lordo dell’Unione sarà drammatico ma non comporterà una nuova crisi della moneta unica perché nell’emergenza coronavirus tutti gli stati europei e del mondo hanno risposto alla pandemia aumentando il loro debito. Parola della presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde, che ha parlato dell’impatto del Covid sul Pil dell’Eurozona nel 2020 durante l’European Youth Event 2020. “Avremo le nuove stime nel giro di pochi giorni, ma è molto probabile che lo scenario più favorevole sia ormai fuori portata e che la caduta del Pil sarà a metà strada fra lo scenario intermedio (-8%) e lo scenario più grave, che è un po’ più di -12%” ha detto Lagarde.
Il Pil “calerà più che durante la grande crisi finanziaria: il calo fu fra -4 e -5%, ora sarà probabilmente il doppio. Dipenderà da quanto velocemente si esce dai lockdown, dalla gradualità della ripresa, dai settori colpiti” ha aggiunto la presidente Bce, che comunque non crede a una nuova crisi della moneta unica.
“No, la risposta è no” ha infatti detto Lagarde replicando alla domanda se la pandemia, provocando un forte indebitamento di alcuni Stati, provocherà una nuova crisi finanziaria dell’Eurozona. “Tutti i Paesi nel mondo hanno dovuto rispondere aumentando il proprio debito – ha spiegato – Si sono dovute prendere delle misure di bilancio, qualunque cosa succeda. L’uso del debito non solo è raccomandato, ma è la strada da seguire“.
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