Il suo nome figura nella lista dei 71 indagati dalla Procura di Firenze per l’inchiesta sugli “esami facili” alla Link Campus University di Roma con le accuse di concorso in associazione a delinquere e falso ideologico in atto pubblico. Ma allo stesso tempo è ancora valida, come si legge sul sito dell’organismo, la sua candidatura unica, avanzata dall’Italia, per il ruolo di giudice del Tribunale internazionale del diritto del mare di Amburgo, corte indipendente delle Nazioni Unite. Una nomina che garantirebbe a Ida Caracciolo, avvocato e docente, ex giudice ad hoc della Corte europea dei diritti dell’uomo che ha archiviato il ricorso di Silvio Berlusconi sulla legge Severino, l’immunità prevista per i giudici della Corte di Amburgo.

L’indagine sulla Link Campus
Dall’inchiesta sulla Link Campus, dopo le indagini svolte dal sostituto procuratore, Christine von Borries, del procuratore aggiunto, Luca Turco, e del procuratore di Firenze, Giuseppe Creazzo, è emerso che le modalità con cui venivano svolti alcuni degli esami alla Facoltà di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali dell’ateneo privato non erano corrette. Innanzitutto, viene contestata la mancata frequenza alle lezioni e il fatto che la struttura consentiva di sostenere gli esami a Firenze anziché nella sede di Roma della Link Campus, come invece ritenuto d’obbligo. Inoltre, dai fascicoli risulta che i docenti consegnassero, prima delle prove d’esame, le domande o i temi ad alcuni studenti. Secondo l’accusa, gli stessi docenti avrebbero permesso anche di consultare liberamente Internet e, di fatto, copiare le risposte.

Un modus operandi, quello descritto dai pm che hanno ristretto il campo agli anni accademici 2016-2017 e 2017-2018, che avrebbe favorito in particolar modo i poliziotti iscritti alla Link Campus tramite il Siulp, il Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia. E tra i 71 indagati è spuntato anche il nome di Caracciolo, che nella facoltà tiene il corso di Diritto Internazionale, con l’accusa di concorso in associazione a delinquere e falso ideologico in atto pubblico in concorso.

La candidatura alla Corte di Amburgo e l’ipotesi immunità
Mentre l’inchiesta fiorentina va avanti, Caracciolo risulta ancora tra i candidati, da parte dell’Italia, a sostituire sette giudici in scadenza tra i 21 che compongono il tribunale interazionale. Una sua nomina avverrà solo dopo l’approvazione dei 168 Stati membri che vaglieranno le varie candidature internazionali, tenendo conto anche dell’indubbia integrità morale, caratteristica fondamentale per poter accedere a certi incarichi. Ma se così fosse, il ruolo di giudice della Corte di Amburgo le garantirebbe l’immunità penale per tutta la durata del mandato, che è di 9 anni rinnovabili fino a un massimo di 18.

In caso di nomina, infatti, solo in una circostanza il giudice non gode dell’immunità, tenendo conto che, in questo caso, il reato non è stato commesso nell’esercizio delle proprie funzioni: nel caso in cui l’organo decida per la rinuncia all’immunità, al termine di una procedura di valutazione interna, come disciplinato dall’Accordo sui privilegi e le immunità del Tribunale internazionale del diritto mare.

Già nel 2019, Caracciolo figurava tra i tre candidati italiani per il posto di giudice della Corte europea dei Diritti dell’Uomo (Cedu), incarico poi affidato a Raffaele Sabato, Consigliere della Corte Suprema di Cassazione. Adesso che il suo nome è di nuovo in lizza per un posto tra i giudici di una delle corti internazionali, le indagini a suo carico possono mettere a rischio la candidatura.

Twitter: @GianniRosini

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