La Corea del Sud è considerata tra i Paesi che nel mondo hanno contenuto in modo più efficace l’epidemia, grazie a tracciamento capillare e tamponi a tappeto. Ma ora la capitale Seul ha chiuso più di 2.100 locali notturni, tra bar e discoteche, dopo che dozzine di casi di coronavirus sono stati collegati alle persone che sono uscite lo scorso fine settimana dopo l’allentamento delle misure sul distanziamento sociale.

Le restrizioni imposte dal sindaco, Park Won-soon, sono arrivate dopo che il governo nazionale ha invitato i luoghi di intrattenimento in tutta la nazione a chiudere o applicare misure anti-virus, tra cui distanziamento sociale, controlli della temperatura, tenere elenchi dei clienti e imporre ai dipendenti di indossare mascherine. Park ha dichiarato che i divieti di accesso ai locali saranno mantenuti fino a quando la città non riterrà che i rischi di infezione si siano ridotti in modo significativo.

I Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie della Corea del Sud (Kcdc) hanno rilevato 18 nuovi casi nelle ultime 24 ore. Tutti, tranne uno, sono collegati a un 29enne che è stato in 3 club nel distretto di Itaewon a Seul prima di essere risultato positivo al coronavirus. Park ha poi riferito che altri 16 casi sono stati confermati nella sola Seul nelle ore successive. Il numero totale di contagi legati a chi ha frequentato locali notturni, secondo Park, sale a 40: 27 a Seul, 12 nelle vicine città della provincia di Incheon e Gyeonggi e una nella città portuale meridionale di Busan. Il Kcdc non ha potuto confermare immediatamente i numeri dati da Park.

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