Il mondo della disabilità sotto i riflettori attraverso approfondimenti, focus group e interviste online. Dal 5 al 7 maggio torna il Festival dei Diritti Umani e quest’anno è dedicato per la prima volta alle persone disabili. La sua quinta edizione ha come titolo: “Da vicino nessuno è disabile“. A causa del coronavirus tutti gli interventi previsti sono diventati “virtuali”, consentendone la visione in diretta streaming sul sito della kermesse (qui il programma). “Il tema della disabilità è stato scelto prima della pandemia e nonostante l’emergenza del Covid-19 abbiamo deciso di non posticipare il Festival né tanto meno annullarlo”, dicono gli organizzatori, “e andremo in scena con una metamorfosi completa per rivendicare che, anche se siamo colpiti pesantemente nelle relazioni, ci presentiamo con maggior forza come spazio culturale, luogo di confronto e sensibilizzazione a difesa dei diritti dei più fragili”.

Attivisti, dirigenti di associazioni, genitori di persone con disabilità e disabili stessi: tanti saranno i protagonisti dell’evento e racconteranno le loro battaglie per i diritti negati e i rispettivi progetti di inclusione sociale. Interverrà, ad esempio, Stefano Belisari in arte Elio degli Elio e le storie tese, musicista e papà di un bambino con lo spettro autistico (mercoledì 6 maggio, ore 10-12, nel focus intitolato “Stigma, esclusione, inclusione”). Poi parteciperanno anche la blogger Valentina Tomirotti, la cantante Veronica Tulli (nota come LuluRimmel), il presidente del centro clinico Nemo Alberto Fontana, Giulia Lamarca attivista per il turismo accessibile, Silvia Cutrera, vicepresidente della FISH, e Luca Trapanese, primo papà single ad aver adottato una bambina con sindrome di Down.

La kermesse propone 4 diverse sezioni: EDU (per le scuole superiori), TALK, FOTO e FILM. Il direttore del Festival dei Diritti Umani, Danilo De Biasio, racconta a ilfattoquotidiano.it: “L’idea è nata un anno fa, quando abbiamo percepito che, se da una parte, finalmente alcune persone con disabilità cominciavano a rivendicare giustamente il loro diritto all’autodeterminazione, dall’altra troppe rimanevano (auto)segregate. I media non aiutano: eroicizzano l’atleta alle paralimpiadi e contemporaneamente puntano al pietismo. Il Festival voleva provare a rompere questo schema binario e mettere in primo piano i diritti delle persone con disabilità”. “Le persone con disabilità non hanno voce. O meglio – continua De Biasio – le loro associazioni, spesso giustamente, agiscono come sindacati, contrattano con le istituzioni (o controparti) dei risultati. Il racconto della disabilità invece stenta“. Per gli appuntamenti delle sezioni EDU e TALK e Film sarà garantito il servizio di sottotitolazione in tempo reale per un pubblico non udente. “L’estate più bella”, trasmessa in chiusura del Festival (7 maggio alle 21), sarà accessibile anche a un pubblico non vedente, grazie all’audiodescrizione resa disponibile tramite l’apposita app gratuita MovieReading.

Tra gli ospiti ci sarà Silvia Cutrera, vicepresidente dell’associazione FISH, che interverrà nel panel intitolato: “Donne e disabilità: rompere il silenzio della violenza” (mercoledì 6 maggio, ore 15-16, sezione TALK). “Fa ben sperare in questo buio pandemico un Festival dei diritti umani dedicato alla disabilità in linea con il primo grande trattato internazionale sui diritti umani del XXI secolo. Fin dal preambolo la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, riconosce che le donne e le minori con disabilità corrono spesso maggiori rischi, all’interno e all’esterno dell’ambiente domestico, di violenze e abusi, di essere dimenticate, maltrattate e sfruttate, specie quelle che non sono in grado di autodeterminarsi”. Cutrera denuncia che “dall’inizio della pandemia non è stato adottato nessun nuovo provvedimento o misura a protezione delle donne, tanto meno per quelle con disabilità, segno di una grande disattenzione al tema dei diritti di genere. Unica novità – aggiunge la numero due della FISH – è l’app YOUPOL realizzata dalla Polizia di Stato per segnalare episodi di spaccio e bullismo, che è stata estesa anche ai reati di violenza che si consumano tra le mura domestiche e per la prima volta in fase di registrazione si chiede se la persona è sorda”.

Il 7 maggio parlerà invece Luca Trapanese, primo papà singolo in Italia a cui è stata autorizzata l’adozione di una bambina. Tra le varie cose, ha costituito l’associazione A ruota libera onlus, di cui è anche il presidente. Di recente ha fondato comunità per ragazzi disabili senza genitori e una casa-famiglia per minori con gravi malformazioni, unica in tutto il sud Italia. Trapanese sarà uno dei protagonisti del dibattito intitolato “Il coraggio di andare contro” (7 maggio, ore 19-21, sezione TALK). “La storia mia e quella di Alba può sembrare organizzata a tavolino per avere tutti i presupposti pur di andare ‘contro’. Io – spiega – sono single, cattolico e gay, e vivo insieme a lei neonata con la sindrome di Down”. Il suo intervento si incentrerà sull’inclusione sociale. “Il mondo della disabilità offre a chi ha il coraggio di avvicinarlo un’opportunità enorme di apertura ad una vita diversa, imperfetta sicuramente, ma proprio per quella imperfezione più ricca e vera. Dobbiamo combattere per abbattere le barriere mentali, andare oltre la disabilità e considerare prima di tutto la persona”.

Sempre il 7 maggio interverrà anche Giulia Lamarca, 28enne laureata in Psicologia che lavora come formatrice aziendale, divulgatrice e travel blogger. Si occupa di sviluppare e divulgare resilienza e inclusione nelle aziende e sui social. “Parlerò di diritto alla libertà e al viaggiare. Credo che bisogna continuare a parlare di viaggi perché questa crisi deve essere un’occasione di riflessione e di azione per tutti e per fare meglio di ieri, pensando anche al turismo accessibile per le persone con disabilità”. Il suo contributo sarà visibile in un meeting virtuale con altri esperti dal titolo “Liberi di essere se stessi” (7 maggio, ore 10-12, sezione EDU). “Abbiamo l’occasione di rivalutare i modelli che fino ad oggi ci sono stati dati – dice Lamarca –. Il mondo è già cambiato e, se si vuole rinascere dopo questa crisi, occorre farlo coinvolgendo tutti senza discriminazioni e pregiudizi”.

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