Se c’è stato qualcuno che non ha organizzato aperitivi a Milano, non ha fatto manifestazioni al Colosseo e non ha detto che era tutto sotto controllo, sono io, perché dal primo giorno in cui è scoppiato il caso del paziente uno a Codogno ho detto: ‘Ragazzi, basta con le discussioni, basta polemiche e tutti col governo”. Di fronte a un problema si sta con le istituzioni “. Lo affema il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, intervenendo a “DiMartedì”, su La7, in risposta a una domanda della giornalista Ilaria D’Amico.

E spiega la sua recente polemica col presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per via del dpcm riguardante la fase 2: “Violare le regole della Costituzione in modo giuridicamente poco sostenibile avrà degli effetti per il dopo. Siamo, insomma, in un gran caos. Figuriamoci se no vogliamo fare una polemica giuridica. E’, però, mio diritto e mio dovere, da ex presidente del Consiglio, lanciare un campanello d’allarme: se il presidente del Consiglio fa un dpcm, sapete cosa vuol dire? Che lo fa da solo – chiosa – Vorrei che Conte ponesse il suo dpcm in un decreto legge che si possa discutere il Parlamento. Questo di Conte invece è un provvedimento legislativo e non ha le caratteristiche di una legge. Se uno va a trovare un suo amico o una sua amica, saranno fatti suoi? Uno Stato che ti dice che puoi incontrare il congiunto, che può essere il cugino di terzo grado che non vedi da 30 anni e di cui non te ne frega niente, sì e il migliore amico no, non va bene”.

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