Per far fronte al grave choc economico provocato dal coronavirus il debito italiano aumenterà in modo inimmaginabile fino a pochi mesi fa, ma “l’affidabilità creditizia del Paese dovrebbe rimanere sostanzialmente inalterata“. E’ il giudizio espresso dall’agenzia di rating Moody’s in un rapporto in cui anticipa la convinzione che l’economia italiana “avvierà una ripresa a partire dal terzo trimestre”.

Il debito pubblico italiano raggiungerà “livelli record quest’anno”, si legge nel documento di Moody’s Investors Service, ma “l’affidabilità creditizia dovrebbe rimanere sostanzialmente inalterata data la natura temporanea della recessione e i continui bassi costi di finanziamento” grazie agli acquisti della Bce. Nell’analisi – che, sottolinea l’agenzia, “non rappresenta un’azione di rating” – l’economista Kathrin Muehlbronner evidenzia come “i bassi costi di finanziamento consentiranno al governo di gestire un debito più elevato” e ritiene che le autorità italiane “presenteranno un bilancio fiscale a medio termine che ridurrà il debito nei prossimi anni”.

L’agenzia ricorda che “l’Italia è entrata nella crisi coronavirus con fondamentali creditizi più deboli rispetto alla maggior parte degli altri paesi dell’area dell’euro” alla luce della bassa crescita dell’ultimo decennio e livelli di debito pubblico molto elevati.

Di qui il rischio di pressioni sul nostro debito sovrano “se la ripresa economica dell’Italia dovesse essere ritardata fino al 2021 o se fosse molto più debole del previsto, nonostante le misure del governo e della banca centrale” ma anche “se il governo non riuscisse a presentare una strategia fiscale credibile sui conti pubblici o se una mancanza di consenso a livello dell’Ue dovesse indebolire la credibilità dei politici e portare a costi di finanziamento più elevati”. Moody’s stima che il debito italiano si stabilizzi al 150% del pil, ma una ripresa ritardata o uno shock potenziale “potrebbe spingere la traiettoria del debito verso livelli significativamente più alti”.

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