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Coronavirus, Novak Djokovic contrario alla vaccinazione per gli atleti: “Se diventasse obbligatoria dovrò prendere una decisione”

Il campione serbo non è d'accordo con i protocolli che obbligherebbero gli atleti a sottoporsi al vaccino contro il Covid-19 per poter riprendere l'attività sportiva
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Novak Djokovic, il tennista numero 1 al mondo, si è dichiarato contrario all’obbligo vaccinale. Durante una diretta Facebook assieme ad altri atleti, il campione serbo ha commentato la necessità per gli sportivi di sottoporsi al vaccino contro il coronavirus, qualora venisse trovato in tempi rapidi. E parlando dei tornei di tennis, che come altri sport hanno subito rinvii e cancellazioni, ha dichiarato: “Personalmente sono contrario e non vorrei essere costretto da qualcuno a vaccinarmi per poter viaggiare. Ma se diventasse obbligatorio, cosa succederà? Dovrò prendere una decisione. Ho le mie opinioni a riguardo e se anche dovessero cambiare in futuro, non saprei”.

Anche Amelie Mauresmo, ex numero 1 al mondo ed ex allenatrice di Andy Murray, ha affermato che il tennis potrebbe non ripartire finché i giocatori non verranno sottoposti a vaccinazione. Tutti i tornei sono infatti stati cancellati o rimandati a dopo il 13 luglio: Wimbledon non si disputerà per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale, mentre i Roland Garros di Parigi sono slittati a settembre.

“Ipoteticamente – ha concluso Djokovic – se la stagione dovesse ripartire a luglio, agosto o settembre, capirei che un vaccino sarebbe un requisito una volta usciti dalla quarantena, ma il vaccino ancora non c’è”.

Per l’atleta il 2020 era iniziato col botto grazie alla vittoria agli Australian Open, ottavo titolo e diciassettesimo Slam della carriera. Durante lo stop delle attività, Djokovic non è scomparso dai riflettori: hanno fatto scalpore i palleggi con alcuni bambini nelle strade di Belgrado, oltre che le sue donazioni all’ospedale di Bergamo per aiutare i sanitari in prima linea. Adesso, però, le possibili modifiche al regolamento mette il campione di fronte a una scelta davanti a cui potrebbe dover sacrificare la carriera.

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