Cronaca

Coronavirus, troppi morti: in Toscana le Asl subentrano ai privati in 39 residenze per anziani. Ma anche la Regione è sotto accusa

I commissariamenti sono partiti all’inizio della settimana: nelle strutture - da Firenze a Prato fino a Pistoia - la Asl subentra nella gestione clinica e organizzativa. La giunta dà le responsabilità ai privati, ma è anche oggetto delle critiche di chi ritiene non abbia fatto abbastanza. L'assessore Saccardi: "Non abbiamo sottovalutato il rischio". Ma il governatore Rossi ammette: "Il sistema delle Rsa dovrà cambiare"

La parola “commissariamento” non piace per niente ai vertici dell’Asl Toscana Centro. Ma di fatto è proprio così. Il boom di contagi e di morti nelle residenze sanitarie assistenziali (Rsa) toscane ha fatto prendere alla Regione questo provvedimento di extrema ratio: in 39 strutture private, le Asl subentrano ai vertici delle residenze per anziani che nelle ultime settimane sono diventate dei focolai del il Covid-19. La decisione è stata presa a Pasqua e i commissariamenti sono partiti all’inizio della settimana: nelle 39 strutture commissariate – da Firenze a Prato fino a Pistoia – la Asl è subentrata nella gestione clinica e organizzativa inviando con un infettivologo (un geriatra), un infermiere e un referente dell’azienda.

Rispetto alla Lombardia, dove a essere messa sotto accusa per la gestione delle Rsa è la Regione, in Toscana il rapporto è ribaltato con la giunta di Enrico Rossi che, tramite la Asl, commissaria i privati. Come dire: non siete stati in grado di gestire l’emergenza, adesso ci pensiamo noi. E giovedì l’azienda sanitaria ha preso una decisione senza precedenti facendo una segnalazione alla Procura di Firenze per i casi delle Rsa di SanBiagio e Dicomano dove ci sono stati 13 vittime, troppe in rapporto al numero di ospiti.

Eppure anche la giunta regionale negli ultimi giorni è stata oggetto di critiche molto dure. In alcuni casi, come in quello della Rsa di Comeana (Prato), i sindaci della Provincia e la direttrice della struttura Paola Lombardi hanno accusato la Regione di non aver fatto abbastanza nel mese di marzo nonostante le continue lettere, almeno tre, in cui si chiedeva di fare i tamponi a tutti gli ospiti e operatori e di spostarli in altre aree. Alla fine il bollettino è stato pesante: 16 contagi e 7 morti su una trentina di anziani. E casi simili ci sono in molte altre province toscane.

“Misure più restrittive sull’accreditamento” – Sebbene le strutture siano private, è la Asl (sotto il controllo della Regione) ad accreditarle ed è per questo che la giunta Rossi si sente sotto pressione: “Quando sarà finito tutto, cercheremo di ricostruire cosa è andato storto ma al momento l’obiettivo è quello di curare e mettere in sicurezza tutti i nostri anziani”, fanno sapere da Palazzo Strozzi Sacrati. L’assessore alla Sanità, Stefania Saccardi, invece respinge l’accusa di “non aver fatto abbastanza”: “Nessuno ha sottovalutato il rischio, tant’è che fin dal 2 marzo la Regione, consapevole della maggiore fragilità di anziani e disabili che vivono nelle residenze sanitarie, aveva dato precise indicazioni su come comportarsi”, dice l’assessore di Italia Viva mettendo nel mirino le strutture private. Rossi però ammette che, passata l’emergenza, il sistema delle Rsa dovrà cambiare a partire dall’accreditamento delle strutture: “Dobbiamo richiedere ai privati un livello sanitario più alto”, ha detto il governatore a Repubblica Firenze. Pena: l’esclusione dal contributo da 1.600 euro che la Regione paga per ospite ogni mese.

Le inchieste delle Procure – Nel frattempo le Procure della Toscana hanno aperto le prime inchieste giudiziarie sulla scia di molte altre in Italia: lo ha fatto il procuratore di Prato, Giuseppe Nicolosi, per la Rsa di Comeana e anche quello di Lucca per la struttura di Gallicano dove sono morti quattro ospiti. La Procura di Pisa sta valutando se aprire un fascicolo sulla gestione delle Rsa di Forcoli e Pontedera, mentre presto arriveranno esposti a Grosseto e Arezzo. A breve dovrebbe essere istituita anche una commissione d’inchiesta regionale voluta dalle opposizioni per far luce sulla gestione delle strutture.

Il commissariamento e le indagini della magistratura – Nelle 39 residenze per anziani di Firenze, Prato e Pistoia, la Asl ha deciso di intervenire per la mancanza di personale medico sanitario in grado di accudire gli anziani: medici, infermieri e operatori sanitari infatti sono stati contagiati e si trovano in quarantena. Molte di queste residenze non erano in grado di spostare i pazienti positivi in altre strutture o di separare le Rsa in aree “covid” e “no covid”. Spesso chi vi lavorava lo faceva senza mascherine e guanti. Per questo è intervenuta la Asl con il commissariamento: vengono forniti medici e infermieri, ma anche tutte le protezioni necessarie, fino alla disposizione di piani per lo screening di test a tappeto come previsto dalla Regione. Prima di prendere questa decisione, il direttore generale della Asl Toscana Centro è stato aiutato da un pool di specialisti e avvocati. Poi ha deciso di intervenire, insieme alla giunta regionale. La Cgil, tramite la segretaria regionale Dalida Angelini, invece chiede che “una volta finita l’emergenza, il sistema delle Rsa torni alla gestione pubblica”.

Il boom di contagi – Il boom dei contagi nel frattempo continua e le vittime sono quasi raddoppiate in una settimana: secondo i dati aggiornati a giovedì sera, i morti nelle Rsa sono 157 mentre i casi positivi sono in tutto 775 sui 13mila ospiti. L’area più colpita per numero di contagi è proprio quella della Toscana Centro con 362 casi e 65 morti, ma a preoccupare di più la Regione è la zona Nord-Ovest tra Lucca e Massa, al confine con la Liguria: qui i decessi sono 70 con 305 contagi.

Twitter: @salvini_giacomo