E’ stata firmata ed è quindi ora operativa l’ordinanza del commissario Domenico Arcuri relativa all’app italiana per la tracciabilità del contagio del coronavirus con la società Bending Spoons in partnership con ilCentro Diagnostico Santagostino di Luca Foresti e Jakala. Si dispone “di procedere alla stipula del contratto di concessione gratuita della licenza d’uso sul software di contact tracing e di appalto di servizio gratuito con la società”. È quanto si legge sull’ordinanza numero 10/2020 pubblicata sul sito di Palazzo Chigi.

Bluetooth per garantire la privacy e un “diario clinico” in cui l’utente segnala il suo stato di salute, i sintomi e i dati personali. Tutto basato sulla volontarietà, senza nessun obbligo. Sono questi gli elementi di cui si compone l’app Immuni.

“Per spirito di solidarietà e al solo scopo di fornire un proprio contributo, volontario e personale, utile per fronteggiare l’emergenza da Covid-19 in atto – sottolinea l’ordinanza – la società ha manifestato la volontà di concedere la licenza d’uso aperta, gratuita e perpetua”. E sempre per le stesse ragioni e sempre a titolo gratuito Bending Spoons si è resa disponibile anche”a completare gli sviluppi informatici che si renderanno necessari per consentire la messa in esercizio del sistema nazionale di contact racing digitale”.

La società milanese è anche tra i partner del progetto europeo Pepp-Pt (Pan-European Privacy-Preserving Proximity Tracing), messo in piedi da un gruppo di 130 scienziati e 32 fra aziende e istituti di ricerca di 8 Paesi (tra cui la Fondazione ISI di Torino), sul quale stanno convergendo Francia e Germania.

Il sistema dovrebbe essere testato prima in alcune regioni pilota per poi estendersi e Arcuri auspica “una massiccia adesione volontaria dei cittadini”. L’app ha partecipato alla selezione del ministero dell’Innovazione ed è stata scelta tra le oltre 300 proposte arrivate. Si basa sul bluetooth, principio cardine su cui si muove l’Europa. Proprio oggi la Commissione Ue ha dettato infatti le regole per il sistema di tracciamento: anonimato e niente geolocalizzazione, sì a bluetooth e volontarietà. L’Ue ha insistito in particolare sulla tecnologia giudicata più idonea per le app di tracciamento, cioè il bluetooth che deve “stimare con sufficiente precisione” (circa 1 metro) “la vicinanza” tra le persone per rendere efficace l’avvertimento se si è venuti in contatto con una persona positiva al Covid-19.

“I dati sulla posizione dei cittadini non sono necessari né consigliati ai fini del tracciamento del contagio” sottolinea Bruxelles, precisando che l’obiettivo delle app “non è seguire i movimenti delle persone o far rispettare le regole” perché questo “creerebbe rilevanti problemi di sicurezza e privacy“. Per mantenere l’anonimato, è previsto che le app utilizzino un ID (codice d’identificazione utente, ndr) “anonimo e temporaneo che consenta di stabilire un contatto con gli altri utenti nelle vicinanze“.

L’Italia non è l’unica a lavorare su questo fronte. Anche la Germania ha dato la notizia che entro tre o quattro settimane metterà a disposizione del pubblico un’app per il tracciamento dei contatti. Lo ha reso noto il ministro della Sanità, Jens Spahn, in una intervista all’emittente Ard. L’app, che potrà essere scaricata su base volontaria sullo smartphone, renderà possibile alle autorità sanitarie comunicare in tempi veloci agli interessati l’eventuale esposizione a persone positive al Covid-19. Gli sviluppatori che stanno lavorando al progetto sono particolarmente concentrati sulla protezione dei dati personali degli utenti, per poter assicurare gli standard migliori.

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