La mortalità dell’epidemia di Sars-CoV2 registrata in Germania è molto bassa, inferiore a quella di ogni altro paese europeo e di gran lunga inferiore a quella registrata in Italia o in Spagna; al momento in cui scrivo, il sito dell’Ecdc riporta 21.463 casi e 67 decessi in Germania, mentre la Protezione Civile riporta 59.138 casi e 5.476 decessi in Italia. Molti si sono affannati a cercare spiegazioni di questo fenomeno, ma in realtà questi dati non sono interpretabili ed è sorprendente che siti curati da epidemiologi esperti non diano dati di migliore qualità.

I mortali prima o poi muoiono e le statistiche sanitarie comportano un tasso grezzo di mortalità diverso da zero anche in periodo non-epidemico. Nei paesi avanzati il tasso grezzo di mortalità è di poco superiore all’1% annuo; per dare un numero più facilmente visualizzabile, circa 10mila decessi per milione di abitanti e per anno. Ovviamente la mortalità colpisce soprattutto la fascia più anziana della popolazione.

Le epidemie sono eventi naturali, accadono, e spiegano una parte del tasso di mortalità: ad esempio l’influenza viene ogni anno e contribuisce al tasso di mortalità con circa 100 decessi per milione di abitanti per anno. Una epidemia “straordinaria”, cioè che non viene ogni anno, causa un aumento della mortalità aggiuntivo. Lo studio dell’Imperial College di Londra stimava per l’epidemia in corso, in assenza di misure di contenimento, una mortalità di circa 7.000 per milione.

Però la mortalità dovuta all’epidemia, soprattutto se questa causa decessi in misura preponderante tra gli anziani, non si somma semplicemente alla mortalità ordinaria, perché le due mortalità colpiscono in prevalenza lo stesso gruppo e ciascuna sottrae all’altra individui a rischio. Gli epidemiologi, per tener conto di questo, non si affidano al numero di decessi attribuiti all’epidemia nelle diagnosi di morte redatte dai sanitari, ma alla differenza tra il numero totale di decessi registrati nel periodo epidemico e quelli registrati nel periodo precedente all’epidemia, un parametro che viene chiamato eccesso di mortalità.

L’eccesso di mortalità mette inoltre al riparo dagli errori che si possono commettere affidandosi alle sole diagnosi di morte redatte dai sanitari. Questo perché (soprattutto negli anziani) è comune la comorbidità: ovvero un paziente può essere affetto da più di una sola patologia, ciascuna delle quali potrebbe essere indicata come causa di morte, e possono verificarsi differenze nella scelta della causa finale di morte tra medici diversi o in paesi di diversa cultura e tradizione medica.

Poiché l’epidemia ha una durata relativamente breve, la mortalità da essa causata è concentrata nel tempo; ma anche volendo limitare l’analisi alla sola durata dell’epidemia e non all’anno, come si fa di solito, si può osservare che la mortalità ordinaria nelle sole regioni italiane colpite e nel solo mese scorso sarà all’incirca un dodicesimo di quella annuale (830 per milione) mentre quella attribuita all’epidemia nello stesso periodo, assumendo una popolazione di 15 milioni nelle regioni più colpite, è stata inferiore a 370 per milione, meno di metà di quella ordinaria (e, se calcolata sull’intero territorio nazionale, 100 per milione).

Non essendo corretto sommare le due stime, sarebbe necessario conoscere la mortalità grezza complessiva nel periodo indicato e sottrarre da questa la mortalità ordinaria per determinare l’eccesso di mortalità da attribuire all’epidemia. Consegue che l’analisi della cosiddetta mortalità dell’epidemia o il confronto delle mortalità registrate in paesi diversi sono esercizi quasi completamente privi di significato: il dato da analizzare e confrontare è l’eccesso di mortalità per milione di abitanti e su base almeno mensile, se non addirittura annuale.

I tedeschi sono più resistenti al coronavirus degli italiani? O sono i medici tedeschi che adottano criteri diversi dagli italiani per redigere i certificati di morte? Per rispondere a queste domande le agenzie pubbliche dovrebbero fornirci i tassi grezzi di mortalità ordinaria e in corso, o la stima degli eccessi di mortalità dei due paesi.

Ps. Ringrazio i tedeschi di Bamberga che hanno cantato Bella ciao con gli italiani e per gli italiani: un bellissimo gesto di amicizia e solidarietà.

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