Come sta cambiando la risposta della Grecia alle politiche del turbolento vicino Erdogan su migranti, geopolitica e gasdotti? Il nuovo governo liberal-conservatore guidato da Kyriakos Mitsotakis, dopo l’ennesimo allarme ad Evros, dove la Turchia ha spinto centinaia di migliaia di siriani che aveva sul proprio suolo in virtù dell’accordo siglato con l’Ue, ha cambiato strategia rispetto al recente passato e ha elevato il livello di sicurezza su tutto il territorio greco.

Gli scontri alla frontiera turca rappresentano la plastica raffigurazione di uno scenario che, in Grecia, è totalmente mutato anche per via delle nuove interlocuzioni internazionali di Atene con Washington e Parigi (in terra greca ci sono anche droni Usa a Larissa e sommergibili a Creta). La Grecia è ormai spalleggiata dal Dipartimento di Stato americano sulla base del nuovo accordo militare bilaterale per l’utilizzo di quattro basi in terra ellenica e così punta a non subire più passivamente le minacce di Erdogan, anche per motivi che toccano il dossier energetico. Per cui all’orizzonte c’è una strategia di contrapposizione rispetto alla staticità diplomatica passata.

C’è evidentemente una sottile linea rossa che accomuna la crisi dei migranti, il trattato siglato tra Turchia e Libia per la delimitazione marittima, gli sconfinamenti aerei degli F-16 sui cieli ellenici e le perforazioni illegali nelle acque di Cipro a caccia di gas.

Per questa ragione si fa altissima la tensione a ridosso del fiume Evros, al confine ellino-turco settentrionale. Centinaia di migliaia i migranti che tentano di attraversarlo e che vengono bloccati dalle forze dell’ordine greche. Il Ministero della Difesa di Atene ha elevato il livello di sicurezza in quanto non ci sarebbero solo profughi in fuga dalle ultime settimane, ma anche gruppi di migranti che sono da anni in Turchia, assieme a gruppi organizzati teleguidati da Ankara, mentre i media turchi diffondono bollettini meteo mirati sulle vicine isole greche, come Lesbo, meta dei nuovi ingenti flussi, dove ci sono stati mille sbarchi solo ieri.

Il IV Corpo d’Armata dell’Esercito greco annuncia 24 di esercitazione in quel sito, dove nessun movimento o soggiorno di persone, camion e animali sarà permesso. L’agenzia europea Frontex, dopo le proteste del governo ateniese, ha deciso di aumentare il livello di allerta al confine tra Grecia e Turchia: “Abbiamo ricevuto una richiesta di ulteriore aiuto dalla Grecia. Abbiamo già preso provvedimenti per sviluppare attrezzature tecniche e forze aggiuntive in Grecia”, si legge in una nota ufficiale.

Dalla parte di Atene intanto si schierano Usa e Francia. “Gli Stati Uniti riconoscono il diritto della Grecia di applicare le proprie leggi ai suoi confini”, ha fatto sapere il Dipartimento di Stato americano. “Siamo a conoscenza di queste situazioni e stiamo monitorando attentamente il tutto. Chiediamo a entrambe le parti di esercitare moderazione quando questa situazione si sviluppa al confine tra Grecia e Turchia “, ha aggiunto un funzionario Usa. In tale contesto, ha inoltre esortato la Turchia e la Grecia a garantire la gestione della situazione in modo compatibile con il diritto internazionale dei diritti umani e il diritto internazionale dei rifugiati.

Intanto, il ministro degli Esteri, Nikos Dendias, ha avviato un nuovo ciclo di contatti per informare l’Ue e i partner della Grecia sulla situazione al confine. Ha avuto una conversazione telefonica con il capo della diplomazia europea, Josep Borrell, e ha chiesto la convocazione straordinaria del Consiglio Affari esteri dell’Ue sull’immigrazione. La data esatta dovrebbe essere indicata a breve. Ha anche parlato con controparti di Spagna, Romania, Francia, Belgio, Danimarca, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Ungheria, Polonia, Portogallo, Slovenia e Svezia.

Twitter: @FDepalo

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