Ad appena un anno dall’accordo siglato al ministero dello Sviluppo Economico, Sirti vuole licenziare 764 dipendenti. Lo denuncia la Fiom-Cgil spiegando come l’azienda – specializzata nella progettazione, realizzazione e manutenzione di grandi reti di telecomunicazione – pochi mesi fa aveva firmato un’intesa con le sigle sindacali che “prevedeva l’utilizzo del contratto di solidarietà, la rinuncia ai licenziamenti e la tutela dei posti di lavoro”.

Barbara Tibaldi, segretaria nazionale dei metalmeccanici della Cgil, afferma che “per quanto ci riguarda non c’è nessuna disponibilità a parlare di ulteriori esuberi” e chiede una “convocazione urgente” al Mise per affrontare la questione. “Sono mesi – denuncia – che chiediamo di discutere della crisi del settore delle telecomunicazioni, che i lavoratori continuano a pagare”.

Mercoledì 4, ricorda Tibaldi, è previsto l’incontro tra l’azienda e le organizzazioni sindacali: “In quell’occasione valuteremo insieme ai lavoratori le iniziative da intraprendere a fronte di questa gravissima azione da pare di Sirti”. L’azienda ha risposto spiegando di aver comunicato ai sindacati “l’attivazione del tavolo di dialogo” per “concordare la prevista evoluzione del piano sociale a supporto dell’attuale Piano Strategico di Trasformazione” anche “alla luce delle perduranti condizioni critiche del mercato delle telecomunicazioni in Italia”.

E ricorda che l’accordo “si era reso necessario” alla luce dei “significativi cambiamenti strutturali” subiti dal mercato delle telecomunicazioni nel corso degli ultimi anni: “Un settore sempre più caratterizzato da una pesante contrazione del giro d’affari a discapito degli operatori, con conseguenze negative su tutto il comparto in termini di erosione dei prezzi, inasprimento della concorrenza e perdita di marginalità fino a livelli non sostenibili”, conclude Sirti.

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