Dura invettiva del giornalista de Il Fatto Quotidiano, Andrea Scanzi, nel corso della trasmissione “Otto e mezzo” (La7), sul racconto che in questa settimana è stato dato del coronavirus da alcuni giornalisti.
Scanzi, che ha ribadito il suo dissenso anche in un video su Facebook, raggiungendo oltre 6 milioni e mezzo di visualizzazioni, esordisce: “Io ce l’ho con quelli che stanno instillando il panico e con quelli che stanno lucrando sul coronavirus per fare casino politico“.

Fa, quindi, riferimento, senza nominarlo, al direttore editoriale di Libero, Vittorio Feltri, che in un tweet del 21 febbraio ha scritto: “Da Lombardo devo ammettere che invidio i napoletani che hanno avuto solo il colera, roba piccola in confronto al Corona”.
Scanzi osserva: “Io non voglio far parte di un ordine dei giornalisti in cui c’è anche questo qua, perché sono parole inaccettabili. L’altro esempio è il quotidiano Libero, che è un giornale che io mi diverto a leggere, perché coltivo varie perversioni, tra cui questa. Domenica ha titolato “prove tecniche di strage”, che è un titolo violentissimo. Oggi lo stesso giornale titola: “Diamoci una calmata”. Cioè, tu prima aizzi il terrore e la paura, sostenendo che addirittura il governo elabora prove tecniche di strage, e oggi improvvisamente, come se nulla fosse, scrivi: “Diamoci una calmata”. Ma sarebbe come se Rocco Siffredi dicesse: “Basta coi film porno””.

E chiosa: “Io ce l’ho con questo giornalismo qua, perché non c’entro niente e abbiamo un ruolo nobilissimo. E quando non rispettiamo il nostro ruolo, creiamo il panico sulle persone”

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