Maggiori tutele a chi fugge e più spazio d’azione alle organizzazioni delle Nazioni Unite. È questo il cuore il cuore della proposta italiana alle autorità libiche per rivedere e aggiornare il Memorandum bilaterale del 2017 per la cooperazione in campo migratorio, che si è automaticamente rinnovato durante la scorsa settimana a tre anni dalla firma da parte del governo guidato da Paolo Gentiloni.

Il ministero degli Esteri spiega che il documento è stato spedito a Tripoli nelle scorse ore e punta a introdurre “significative innovazioni” per garantire tutele più estese ai migranti e ai richiedenti asilo, in particolare alle “persone vulnerabili vittime dei traffici irregolari” che attraversano la Libia.

Le modifiche, spiega la Farnesina, puntano a “promuovere” una gestione del fenomeno migratorio “nel pieno rispetto dei principi della Convenzione di Ginevra” e delle altre norme di diritto internazionale sui diritti umani. Questo obiettivo – si legge ancora nella nota della Farnesina – dovrà essere raggiunto, nelle intenzioni italiane, anche attraverso il consolidamento dell’azione in Libia delle organizzazioni delle Nazioni Unite, in particolare Unhcr e Oim.

Il 2 febbraio, in maniera automatica, il vecchio Memorandum si è rinnovato provocando notevoli polemiche. Tanto che nei giorni successivi il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, aveva annunciato quanto avvenuto nelle scorse ore, cioè che il governo avrebbe inviato una serie di proposte di modifica alla Libia per emendare l’accordo sottoscritto nel 2017 dal governo Gentiloni puntando a un maggiore al rispetto dei diritti dei migranti.

Ma anche le modifiche proposte non trovano concordi le organizzazioni non governative. Secondo l’associazione Mediterranea Save Humans, “invece di stracciare con vergogna quell’accordo, adesso si pensa che inserire due righe sulla tutela dei diritti umani basti a lavarsi la coscienza”, mentre in Libia “è scoppiata una guerra terribile e gli stessi cittadini di quel paese rischiano ogni giorno la vita”.

“Quali sono i veri interessi, oltre la propaganda politica, che spingono a una simile ipocrisia? – si chiede la portavoce Alessandra Sciurba – Quanto ancora pagheremo torturatori, stupratori e criminali internazionali? Quanto caro sarà il prezzo che questo governo senza coraggio pagherà per avere continuato a disprezzare la vita umana? Noi torneremo in mare per difendere donne, bambini e uomini in fuga anche da tutto questo”.

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