Senza un accordo tra l’esecutivo italiano e il Governo di Accordo nazionale libico, guidato da Fayez al-Sarraj, il Memorandum d’intesa Italia-Libia stipulato durante il governo Gentiloni si è automaticamente rinnovato domenica 2 febbraio. Oggi, ad appena 24 ore di distanza, il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, dopo un incontro con il ministro dell’Interno di Tripoli, Fathi Bashagha, ha dichiarato che sarà presto sottoposta alla parte libica una serie di emendamenti che puntano a migliorare i contenuti dell’accordo, con particolare riguardo al rispetto dei diritti dei migranti e dei richiedenti asilo, incluso il necessario sostegno alle attività dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr).

Nella nota diffusa dopo l’incontro si legge che il titolare della Farnesina ha sottolineato l’importanza di un forte impegno delle autorità libiche nel contrasto ai trafficanti di essere umani, con un impegno parallelo per il miglioramento delle condizioni di vita dei migranti. Nessuna specifica sui provvedimenti proposti, dopo il fallimento del tentativo di chiedere la chiusura dei centri di detenzione, tristemente noti per le violazioni dei diritti umani, le violenze, le uccisioni e le estorsioni ai danni dei detenuti.

Di Maio, nel corso dell’ora e mezza circa di incontro, ha ribadito il sostegno italiano al governo di Sarraj, riconosciuto dalle Nazioni Unite, ribadendo l’impegno di Roma nella ricerca di una soluzione politica della crisi libica, a partire dai punti stabiliti dalla Conferenza di Berlino: “Ribadiamo il nostro appello affinché la tregua venga effettivamente rispettata e le parti si impegnino lungo il percorso politico tracciato a Berlino – ha detto – L’Italia parteciperà alla prima riunione ministeriale dell’International Follow-up Committee a Monaco di Baviera ed è pronta a fare la sua parte e ospitare la successiva riunione a livello tecnico”.

La strada da seguire, aggiunge poi Di Maio su Facebook, “è il rispetto dell’embargo sulle armi, che deve essere categorico, per un cessate il fuoco permanente. E l’Ue deve dare il proprio contributo, parlando con una sola voce, affinché possa prevalere la diplomazia”. A questo proposito, si continua a discutere sulla possibilità di ripotenziare la missione Sophia nel Mediterraneo. Germania e Austria, su questo, sono in disaccordo: “La Germania – ha detto la Cancelliera tedesca, Angela Merkel, dopo aver ricevuto a Berlino il collega austriaco Sebastian Kurz – può immaginare di appoggiare una nuova missione Sophia. Il tema dell’embargo sulle armi alla Libia è, per molte ragioni, importante”. Diversa la posizione del Cancelliere austriaco, convinto che Sophia abbia permesso “ai trafficanti di uomini di guadagnare più soldi”, tra l’altro aumentando il numero delle partenze e anche dei morti. Quanto all’embargo sulle armi, Kurz ha detto di ritenere che siano meglio i controlli per via aerea e, quando si potrà fare, via terra.

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