di Michele Caimmi

Piaccia o meno, è tempo di bilanci. Prima di tirare una riga al fondo della pagina e iniziare un nuovo capitolo è opportuno tirare le somme di questo decennio. Non intendo qui analizzare quel che vogliamo che venga lasciato, ma quel che, volente o nolente, sta già là, pronto per i posteri. Intendo però restare nel solo Belpaese, ché altrimenti milioni di pagine non basterebbero. Cosa resterà, dunque, di questi anni 10?

Anzitutto resterà la solita, immutabile, politica politicante griffata “Itaja”. Sembrano passati secoli da quando il Berlusconi IV cadde e gli subentrò Mario Monti, e invece si tratta del 2011. Dopo poco meno di un ventennio Silvio Berlusconi vede sgretolarsi il suo consenso non per le leggi ad personam, né per i vari procedimenti giudiziari a suo carico, ma per la vicenda delle olgettine. Nel 2013 Napolitano diventa invece il primo Presidente della Repubblica a ottenere una rielezione.

Rimarrà poi l’ascesa e il declino di Matteo Renzi, che impiega tre anni per passare dall’essere l’enfant prodige della politica italiana alla sconfitta del referendum costituzionale del 2016. Da lì deriva la Caporetto del Pd alle elezioni del 2018, vinte da M5S e Lega che danno poi vita al Conte 1. Sempre di questo decennio è il mojito più famoso della storia: quello che ispira la mossa di Matteo Salvini di scatenare la crisi di governo. Per necessità, e tanta convenienza, viene poi il Conte 2 che è ora presente, ma forse poco futuro.

Gli anni 10 sono anche gli anni di due enormi tragedie italiane. La prima, nel 2012, è quella che porta alla morte di 32 persone nel contesto del naufragio della Costa Concordia presso l’Isola del Giglio. Per sempre alla nostra memoria rimarrà vivido il volto che risponde al nome di Francesco Schettino. La seconda, non attribuibile al fattore umano, è rappresentata dal terremoto che colpisce il Centro Italia tra il 2016 ed il 2017 facendo 299 vittime. Il fattore umano incombe, invece, quando si tratta di dare seguito alle promesse fatte agli sfollati, che ancora in molti si trovano in questa condizione. Una vergogna tipicamente italiana.

Ma questi sono anche gli anni delle luci e dello spettacolo. Ci sono i cantanti usciti da talent show come Amici, X Factor e The Voice. Caratteristico di questo decennio è però anche il loro successo effimero, che resiste la durata di un tour per centri commerciali e librerie. Il rovescio della medaglia è invece il Modena Park, concerto tenuto da Vasco Rossi nel luglio del 2017 al parco Enzo Ferrari di Modena. Con 225.000 tra il pubblico, la serata conquista il record mondiale di concerto con il più alto numero di spettatori paganti. Da ricordare poi le scomparse di grandi artisti italiani come Lucio Dalla, Enzo Jannacci, Mango e Pino Daniele.

Nel mondo del calcio c’è la Juventus che vince otto scudetti consecutivamente ma che non decolla in Champion’s League, arrivando a sfiorarla per ben due volte nel 2015 e 2017. C’è l’arrivo di Cristiano Ronaldo e l’addio al calcio da parte di campioni come Totti, Del Piero, Zanetti e tanti altri non meno degni di nota. C’è, soprattutto, la mancata qualificazione ai Mondiali russi del 2018 da parte della nazionale allenata da Ventura. In quell’estate l’allenatore è probabilmente l’uomo più odiato d’Italia.

Tante cose resteranno di questi anni 10. Tante, ma non troppe. D’altronde siamo sistematicamente proiettati a non scioglierci dalla catene che ci tengono uniti al passato. Tutto viene predisposto per collegare tra loro più anni. Basti pensare a un anno scolastico, al campionato di calcio, e così via. Questi anni 10 sono incatenati al decennio precedente e sono necessari affinché ci sia un decennio successivo. Certo i singoli avvenimenti cadono in un preciso giorno, mese e anno, ma tutto ciò che gli ruota attorno resta immobile o, se si muove, si lascia trasportare. Parafrasando Raf, “cosa resterà di questi anni 10? Afferrati e già scivolati via”.

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