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Verona, rapina in una sala slot: ucciso a bastonate il proprietario

La vittima, Mario Piozzi, aveva 60 anni. Secondo gli inquirenti l'assassino conosceva bene il locale: forse è un frequentatore abituale
Verona, rapina in una sala slot: ucciso a bastonate il proprietario
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Il titolare di una sala slot a Legnago, in provincia di Verona, è stato ucciso durante una rapina. La scorsa notte un uomo a volto coperto ha scassinato la porta sul retro e ha colpito il proprietario del locale con un bastone o una spranga. Dopo avere trafugato l’intero incasso – circa tremila euro – il rapinatore è fuggito facendo perdere le sue tracce. La vittima, Mario Piozzi, sessantenne originario della provincia di Brescia, è morto poco dopo il trasporto in ospedale in seguito al trauma cranico subito.

A trovare Piozzi è stata la figlia della socia in affari della sala giochi, che abita nello stesso palazzo: arrivata sul posto lo ha visto a terra, in una pozza di sangue. Ha chiamato la madre, che ha subito dato l’allarme. Sul caso stanno indagando i carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Verona insieme ai colleghi della Compagnia di Legnago. Secondo una prima ricostruzione, l’omicida conosceva bene il locale: per entrare ha infatti usato l’uscita secondaria, sul retro. Una volta scassinata la porta si è trovato di fronte Piozzi: lo ha colpito più volte alla testa, anche quando era già a terra, e poi si è diretto verso la cassa, che conteneva circa tremila euro. L’arma del delitto non è ancora stata trovata: le telecamere di sicurezza del locale non sono state d’aiuto agli inquirenti, che perciò stanno controllando anche le immagini dei circuiti delle abitazioni vicine.

Si indaga sul passato di Piozzi – prima barista, poi tabaccaio e infine titolare di una sala slot – ma secondo gli inquirenti non avrebbe avuto nemici. La pista più seguita porta invece a uno dei frequentatori abituali del locale: questo spiegherebbe la singolare ferocia dell’omicida in relazione all’esiguità del bottino della rapina. Non è escluso che a spingere l’assassino al colpo disperato sia stato proprio il periodo natalizio e la necessità di procurarsi del denaro facile da spendere per le feste.

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