Il presidente Stefano Bonaccini riconfermato, il centrosinistra di nuovo davanti al centrodestra. Un sondaggio di Ipsos per il Corriere della Sera l’esito delle Regionali in Emilia Romagna sembra quello della mancata spallata di Matteo Salvini al governo del Pd e dei suoi alleati. Ma i numeri dicono che il distacco del governatore uscente sulla sfidante, la senatrice leghista Lucia Borgonzoni, c’è ma è recuperabile almeno sulla carta. Bonaccini avrebbe oggi un vantaggio di poco più di due punti: 44,2 per centro contro 42,1. Un rapporto di forze che conferma quanto sostengono altri istituti di rilevazione: per Emg-Acqua per Agorà, per esempio, Bonaccini sarebbe in vantaggio 46,5 contro il 44 della candidata del centrodestra; per Noto Sondaggi per Porta a Porta – che ha dato forbici di valori – il governatore può contare su un consenso tra il 45 e il 49, mentre la leghista tra il 41 e il 45. Va sempre ricordato che il margine d’errore in questi sondaggi è intorno al 3 per cento.

Fondamentale diventa quindi la corsa ai voti “liberi”. Innanzitutto la quota in cui sono uniti astenuti e indecisi che arriva alla percentuale consistente del 47,2 per cento che per quanto riguarda i voti di lista sale fino al 56,2. Un grande mare in cui i due candidati possono pescare. L’altra variabile sono le altre liste in corsa: il M5s, per esempio, che due giorni fa ha scelto il suo candidato – il consigliere comunale di Forlì Simone Benini – che Ipsos dà all’8,4 per cento, ma anche altri partiti di sinistra fuori dalla coalizione di centrosinistra (come Potere al Popolo che è accreditato addirittura del 3,8 nei voti di lista).

E’ visibile, rispetto alle Europee, il recupero significativo delle forze di centrosinistra, che passerebbero secondo l’istituto diretto da Nando Pagnoncelli da un totale del 37,7 per cento al 43,1 (oltre il 6 per cento in più). Dall’altra parte però il centrodestra non subisce un calo vistoso: rispetto al voto del maggio scorso perderebbe meno di due punti, dal 44,4 al 42,8. Uno dei fattori può essere il traino dello stesso governatore Bonaccini, come suggerisce anche la scomposizione che Ipsos ha fatto per i voti di lista.

Il primo partito sarebbe infatti la Lega al 25,9 (contro il 33,8 delle Europee, meno 8 punti). Ma il Carroccio è seguito dal Pd con il 22,9 per cento e dalla lista civica di Bonaccini che prenderebbe la bellezza del 20,2 per cento. Dall’altra parte Fratelli d’Italia supererebbe la soglia del 10 per cento (10,1), con la lista Borgonzoni che non andrebbe oltre il 5 (4,8). Forza Italia sarebbe ridotta al lumicino (2 per cento).

Come si spiega questo “fattore Bonaccini“? Con l’ultimo quesito di Ipsos in questo sondaggio che rivela che il 73 per cento del campione degli intervistati esprime un giudizio positivo (cioè con voti dal 6 al 10) sull’attuale presidente di Regione, con i negativi che si fermano al 22 per cento, poco più di uno su 5. E l’apprezzamento per Bonaccini è in maggioranza anche tra gli elettori di Borgonzoni (55 per cento contro il 42), dando per scontato quello nella base elettorale del centrosinistra (95 per cento di giudizi positivi) e un po’ meno quello degli elettori M5s (72 per cento di apprezzamenti). “Tempo fa un bilancio così lusinghiero – spiega Nando Pagnoncelli a corredo delle tabelle del Corriere – avrebbe potuto rappresentare la garanzia di una riconferma, ma oggi il successo elettorale non è più così scontato, come dimostrano alcuni casi eclatanti degli ultimi anni, le Comunali di Torino su tutti, dove è prevalsa la voglia di voltare pagina”.

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